La F.U.C.I., Federazione Univesitaria Cattolica Italiana, nata nel 1896 dall’unione di circoli universitari cattolici esistenti in alcune città d’Italia, è una aggregazione ecclesiale di gruppi di studenti universitari che, negli anni dello studio e della formazione, vogliono percorrere insieme un cammino di fede e di crescita culturale, vivendo un’esperienza di Chiesa nel solco della tradizione centenaria della Federazione

domenica 10 giugno 2012

nuovi incarichi per i fucini del gruppo di Lucca


In questi ultimi tempi il nostro gruppo si è trovato davanti a diverse elezioni: Stefano come presidente nazionale, Niccolò come consigliere centrale ed infine, ma non per minor importanza, Fabio come incaricato regionale della Toscana. A ciascuno di essi è giusto fare i migliori auguri da parte di tutto il gruppo affinchè sentano la vicinanza di tutti noi fucini di Lucca per l'incarico che si trovano a svolgere. Qui sotto potete trovare il discorso di fine incarico fatto da Lorenzo in occasione dell'ultimo incontro regionale tenutosi a Pisa il 19maggio 2012. Anche a lui vogliamo rivolgere il nostro grazie per questi due anni di impegno e dedizione.

Marzo 2010: mentre, in modo del tutto spensierato, mi aggiravo per la mia città - e mi
godevo l’avvento trionfale della primavera con la sua luce, i suoi colori e i suoi
profumi- ho sentito qualcosa nella mia tasca destra che vibrava insistentemente. Ho
preso il telefono in mano e senza guardare lo schermo per vedere chi fosse, ho
risposto. Dall’altra parte stava Giovanni Stanghellini: una persona che non ho alcun
timore a definire colta, raffinata e molto preparata. Cosa poteva mai volere da me
l’incaricato regionale della FUCI Toscana? Eppure il gruppo di Lucca stava
procedendo bene, stavamo attuando il nostro percorso tematico ed eravamo in
crescita. Bene, cari amici, come avrete sicuramente intuito il nostro Giovanni mi ha
chiesto, in quella telefonata, se me la fossi sentita di candidarmi come incaricato
regionale della FUCI per il biennio successivo.
Penso che non ci sia difficoltà a capire in quale stato mi trovassi: emozione,
confusione, ansia, timore, impotenza, incapacità. Perché proprio a me? Non ero
fucino da molto tempo, non avevo molta esperienza. Ricordo che rimasi quasi
bloccato e che risposi a monosillabi a Giovanni, il quale mi dette, per fortuna, molti
giorni per pensarci e per riflettere su questa opportunità.
Dalle chiacchierate con gli amici, con la famiglia, con i miei assistenti (a Lucca ne
abbiamo 2) è maturato il mio SI’. Un SI’ che non rimpiangerò MAI. Un SI’ che mi ha
aperto un mondo meraviglioso di persone, di amicizie, di responsabilità.
Ora il mio servizio per la FUCI Toscana è arrivato al termine. Due anni dopo il mio
SI’ è giunto il momento di passare il testimone.
Permettetemi di dire che qui sta la grandezza della nostra federazione. La brevità dei
nostri incarichi ci aiuta a comprendere quanto sia deleterio l’attaccamento morboso a
un incarico di qualsiasi genere esso sia e ci consente di fare esercizio di umiltà,
gratuità ed altruismo nel momento in cui il nostro compito ci sta sfuggendo di mano
di fronte all’inesorabile scorrere del tempo. Parafrasando lo scrittore Tolkien diventa
dunque necessario “lasciare il giardino che abbiamo ricevuto in dote con il minor
numero di erbacce possibili”, perché noi, piccolo granello di polvere nell’universo,
non potremo mai nemmeno immaginare di ripulire tutti i giardini del mondo.
Devo dire però che ho avuto la fortuna di ricevere un ottimo giardino da coloro che
mi hanno preceduto e che ringrazio per aver creduto in me e nelle mie capacità. E’
solo così che la FUCI potrà andare avanti nel suo compito: quello di formare giovani
cristiani impegnati concretamente nel mondo che vivono (nel nostro caso quello
universitario) e che sappiano guardare all’orizzonte del bene comune.
Io in FUCI ho percepito questo tipo di respiro e ho cercato di far mia questa
formazione. E’ da qui che dovremo sempre ripartire anno dopo anno, semestre dopo
semestre: è questo il nostro carisma e l’essenza dell’essere fucino.
La FUCI è libertà ed amore come ho sentito recentemente dire a Raniero La Valle:
Amore verso il Signore, verso la Chiesa e verso gli altri in modo indiscriminato e
prestando maggiore cura agli ultimi e ai deboli. Libertà che si esprime nel metodo
della ricerca all’interno della riflessione teologica, biblica e culturale, secondo lo stile
sempre fecondo della mediazione culturale.
Tutti questi bellissimi concetti sono però incarnati dal fucino in una modalità del tutto
particolare, ovvero prendendosi poco sul serio. Anche questo fa parte del nostro stile
e della nostra tradizione ed è da questo pensiero che prendono corpo usanze ormai
storiche per la FUCI, estremamente divertenti e che non devono andare perse quali
Ricerca 2, la goliardia, miss e mister Camaldoli e la FUCI night (invito coloro che
non hanno mai sentito parlare di tutte queste cose a prendere parte agli appuntamenti
nazionali ed in particolare alle settimane teologiche di Camaldoli).
L’impegno con il sorriso sulle labbra. E’ di questo che anche la nostra FUCI in
Toscana avrà bisogno nei prossimi anni. Tante e disparate difficoltà circondano il
nostro cammino, ma è nostro dovere insistere. Se mi permettete vorrei provare a
lasciarvi oggi una serie di punti che potrebbero essere ripresi anche in futuro e che
vorrei che diventassero uno strumento di riflessione per tutti sulla FUCI in Toscana e
non solo. I punti in questione sono 5:
1. I rapporti con l’Azione Cattolica: E’ solo con un legame serio e profondo con
l’AC che possiamo pensare ad una FUCI radicata nella propria diocesi ed
attenta alle criticità ed alle problematiche che l’attualità ci pone davanti.
Programmiamo con l’Azione Cattolica un lavoro comune, come viene fatto dal
livello regionale e nazionale, e vediamo in che modo possiamo essere loro
d’aiuto e viceversa.
2. La partecipazione agli appuntamenti nazionali e regionali: Nessuno può dirsi
vero fucino se ancora non ha preso parte ad almeno un appuntamento
nazionale. Da questo punto non si può transigere. La FUCI ci consente di avere
un respiro più ampio, di conoscere persone da tutta Italia, di confrontarci con
loro e di crescere. Perché dobbiamo buttare via questa occasione? Tale aspetto,
cari amici, non dobbiamo dimenticarlo mai
3. Vivere l’università: Il nostro speciale carisma si esprime nell’università. E’
questo il luogo dove la FUCI è chiamata ad agire, a far sentire la propria voce,
a compiere la propria missione. Su questo punto, lo voglio sottolineare, in
Toscana c’è molto lavoro da fare. I nostri gruppi sono chiamati ad essere più
attivi nelle università: chiedendo e ottenendo spazi, lanciando iniziative e
proposte, dialogando con altri gruppi Cattolici e non. O costruiamo nelle
università il nostro futuro, o la nostra esperienza è destinata a chiudersi nelle
catacombe.
4. La relazione: E’ inutile girarci tanto intorno. La relazione fra le persone è alla
base dei nostri gruppi. I gruppi FUCI devono essere innanzitutto gruppi di
amici. Sono i legami di questo tipo che salveranno il Mondo, ed è su di essi che
dobbiamo continuare ad investire risorse di ogni genere. Quando le nostre
associazioni riescono a diventare pienamente aperte ed accoglienti verso gli
altri allora abbiamo centrato un primo e fondamentale obbiettivo.
5. I care: Cari fucini è doveroso oggi più che mai gridare al mondo il nostro “mi
interesso”. Non è mai stato così attuale come oggi il richiamo di don Lorenzo
Milani a tuffarsi nella mischia e a dire con coraggio la propria opinione. Tutto
questo nonostante molte figure, anche autorevoli e del nostro stesso ambiente,
ci invitino a riscoprire la “marginalità”. Ecco, ai margini lasciamo volentieri
che ci stiano LORO. Noi abbiamo l’obbligo di sporcarci le mani, di gridare, di
dire la nostra e di far sentire la voce. Abbiamo lo strumento per farlo: dai
giornali diocesani alla rete (ancora così poco sfruttata dalla nostra federazione).
Quindi cari presidenti e cari fucini SCRIVETE. Sono tante le cose che non
vanno nelle nostre città, nella nostra regione e nel nostro paese. Non possiamo
lasciare che vincano ancora l’indifferenza e l’individualismo, due mali che
affliggono pesantemente la nostra società.
Dopo questo passaggio, che mi rendo conto è stato un po’ pesantino, ma credo
doveroso per stimolare in ciascuno di noi una riflessione che non si fermi qui ma che
prosegua, vorrei passare a ringraziare coloro che hanno reso questa esperienza unica,
meravigliosa e indimenticabile:
1- Il Signore: Non posso non cominciare dal Signore. Il vero, unico e grande
protagonista delle nostre vite. Lo sceneggiatore di questo splendido film che
stiamo vivendo tutti insieme. E’ a Lui che devo tutto. Non smetterò mai di
dirgli grazie per quello che mi ha dato e spero davvero di averlo servito al
meglio in questo incarico.
2- Il mio gruppo: E’ a loro che va il mio più grande ringraziamento. Siamo rinati
dalla cenere, come l’araba fenice, nel 2009 (sembra passata una vita). Ricordo
ancora quel primo incontro con don Luca Andolfi (responsabile della pastorale
giovanile a Lucca) al quale andammo io, Stefano e Mauro. Da lì è partito tutto.
All’inizio un piccolo gruppo con, oltre a noi 3, anche Niccolò e Serena
(divenuta presidentessa con Stefano). E poi una crescita progressiva e
trascinante che ci ha portati ad essere in 15 con Fabio, Andrea, Chiara (l’attuale
mia presidentessa), Giorgio (l’attuale mio presidente), Roberta, e Carolina. E’
anche merito loro se sono sopravvissuto in questi 2 anni.
Non me ne vogliano gli altri, ma un ringraziamento davvero speciale su tutti va
a Stefano, il nostro presidente nazionale. Se non avesse creduto in questa follia
di far rinascere un gruppo morto, nessuno di noi lucchesi sarebbe qui oggi. Ha
letto nei miei occhi, di ritorno dal mio primo Camaldoli del 2009, un vero
entusiasmo e non un colpo di sole dettato dalla canicola estiva. Ne abbiamo
passate tante insieme, ed ora ti appresti a spiccare il volo. Sono sicuro che
anche a Roma saprai farti valere con le doti e le capacità che hai. Sarai un
punto di riferimento importante per la FUCI Toscana e dalla tua elezione ne
potrà venire solo del bene per tutti noi. Sii sempre umile e disponibile, e vedrai
che non avrai problemi di nessun tipo anche laggiù. A noi lucchesi, come ti ha
detto don Renato, hanno insegnato la diplomazia fin da bambini (per
sopravvivere nella jungla di Lucca), è un punto che ci caratterizza, che fa parte
da sempre nel nostro DNA e che ti sarà molto utile nella capitale. In bocca al
lupo di cuore!!
3- I miei gruppi: I miei gruppi sono quelli della Regione tutta. Parlo per iniziare
di Pisa che mi ha per primo fatto conoscere la FUCI e che, non a caso, ho
insistito che ospitasse questa mia ultima assemblea. Grazie ragazzi!! A voi che
ci siete adesso e a coloro che c’erano 3 anni fa.
Poi non posso non ricordare Arezzo, dove per la prima volta ho preso parte a
un evento pubblico come incaricato e al quale auguro di proseguire alla grande
il suo cammino in formazione.
Gli amici di Prato che ringrazio per le volte che mi hanno ospitato alle loro
riunioni e per l’affetto sempre dimostrato nei miei confronti.
I fiorentini e i fiesolani che sono da tempo immemore dei grandi fucini e che
sicuramente continueranno i loro percorsi con ardore e affetto sincero nei
confronti della FUCI. Anche voi mi siete sempre stati vicini.
4- I miei assistenti: Don Renato e don Riccardo. La loro vicinanza non mi è mai
mancata in questi due anni. Mi hanno aiutato nel dire di SI’ e non mi hanno
mai fatto mancare consigli utili e parole di amicizia.
5- Flavia: Da vera donna del sud si è presa cura della nostra Regione in questi
due anni in modo attento e scrupoloso dimostrandosi vicina nelle difficoltà e
sempre pronta a dare un aiuto. Anche per lei è l’ultima assemblea con noi e
anche per lei si apre un nuovo futuro che sicuramente sarà roseo, perché questo
è ciò che si merita una persona tanto umile ed eccezionale.
6- La squadra: Come non parlare della squadra che ho avuto al mio fianco in
questo biennio. Prima Chiara. Per me una vera maestra di FUCI. Buona parte
di quello che so da un punto di vista organizzativo e gestionale l’ho appreso da
lei. Quello che ha fatto nel periodo del suo incarico per la FUCI Toscana va
oltre ogni calcolo, a lei va davvero un grazie speciale.
Poi ovviamente Benedetta e don Andrea. Due mostri assoluti. Insieme in
questo anno e mezzo abbiamo formato un buon tridente che per caratteristiche
ha ricordato l’attuale centrocampo della Juventus, campione d’Italia per la
trentesima volta. Don Andrea per omonimia e per affinità è il nostro Andrea
Pirlo. Il vero regista occulto, ma non troppo, della FUCI Toscana. Tutte le
decisioni passano da lui così come i palloni per la Juve passano dai piedi di
Pirlo. Con la stessa eleganza e raffinatezza del centrocampista bianconero è in
grado di mettere sempre quella parola, quella frase che risolvono una
situazione ingarbugliata rendendola d’improvviso chiara e lineare. Don Andrea
sei il vero fuoriclasse della nostra squadra e sono sicuro di aver appreso in
questi due anni molte cose da te.
Benedetta invece è il nostro Arturo Vidal. Pragmatica, corre per tutti ed è in
grado, come il centrocampista cileno, di fare sempre la cosa giusta al momento
giusto, di mettere quella parola che rasserena o di stimolare la riflessione
quando serve. Una vera “atleta della FUCI”, una grande pallavolista e
un’ottima amica. La FUCI adesso e nelle tue mani e in quelle di Fabio, che
ringrazio di cuore per il suo SI’. Un SI’ che chiude il cerchio del mio cammino
e che lancia la FUCI Toscana in un futuro ricco di nuove sfide e nuove
emozioni.
Desidero infine affidare la FUCI Toscana a Maria, madre di Gesù e madre della
Chiesa. E’ a Lei che consegno sempre le mie preghiere, affinché interceda presso il
Signore. Con questa semplicità sono stato educato fin da bambino sia da miei nonni
che dal mio anziano parroco di Fagnano. E’ Lei la “titolare” della Chiesa in cui ho
ricevuto tutti i sacramenti, è Lei che con la Sua vita ha tanto da insegnare ancora oggi
a tutti noi.
Grazie a tutti per avermi sopportato e supportato. Vi auguro di cuore di compiere un
buon cammino!!


Lorenzo Banducci (Già Incaricato Regionale della FUCI Toscana)