La F.U.C.I., Federazione Univesitaria Cattolica Italiana, nata nel 1896 dall’unione di circoli universitari cattolici esistenti in alcune città d’Italia, è una aggregazione ecclesiale di gruppi di studenti universitari che, negli anni dello studio e della formazione, vogliono percorrere insieme un cammino di fede e di crescita culturale, vivendo un’esperienza di Chiesa nel solco della tradizione centenaria della Federazione

venerdì 23 novembre 2012

Le parole della nostra segretaria nazionale in occasione della festa delle matricole


Carissimi amici di Lucca,

vi ringrazio per aver realizzato quest’incontro all’interno della Settimana dell’Università un momento all’inizio dell’anno accademico che l’intera Federazione decide di dedicare all’Università. Porto a voi, a Mons. Castellani, al gruppo di Lucca e a tutti i presenti il saluto della Presidenza Nazionale impegnata nei lavori per la V Settimana dell’Università.

Quest’anno la FUCI in occasione della V SdU vuole riflettere su un tema caro a tutti i giovani studenti universitari: in quale direzione sta andando l’università italiana. Questi i quesiti che la FUCI si pone: verso quali obiettivi le università si stanno muovendo? Qual è il progetto che sottende ogni decisione di cambiamento e di riforma? E soprattutto, qual è la nostra idea di università e quale università vorremmo?

L’università è, sicuramente, il luogo privilegiato per l’incontro, per il dialogo e per la formazione integrale della persona. “Il periodo universitario è un periodo di straordinaria importanza e di augusta bellezza”, scriveva Paolo VI, tuttavia il tempo universitario è limitato. Per questo motivo ogni studente è chiamato a vivere ‘pienamente’ la propria esperienza di studio.
Durante il mio percorso universitario ho trovato un luogo che riesce a soddisfare il bisogno di dialogo, di confronto e di ricerca di verità, questo luogo è la FUCI.

La FUCI mi ha trasmesso l’importanza dello studio non fine a se stesso, uno studio vivo  “esigente, rigoroso, serio, metodico e progressivo”. Uno studio teso “verso l’alto” e, soprattutto, messo a servizio dell’altro.
Con la FUCI ho riscoperto la sintesi naturale tra studio e spiritualità. Negli anni di formazione dobbiamo esigere una crescita e una maturazione globale, della mente e dello spirito. La nostra federazione, inserendosi nel contesto ecclesiale e nel cammino delle Chiese locali, vorrebbe attuare un percorso di mediazione, tra la piena partecipazione alla vita ecclesiale e la formazione di una solida coscienza civica, finalizzata all’assunzione dell’impegno sociale e civile. Vogliamo diventare quel sale che dà sapore al mondo.
Ognuno di noi è chiamato a testimoniare nella realtà in cui vive il messaggio del Vangelo, accogliendo la sfida della laicità. Vittorio Bachelet, fucino dal 1944, diceva che: ‘Noi dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una forza di speranza e perciò una forza positiva capace di costruire nel presente per l’avvenire”. Lo sguardo di noi giovani studenti deve essere rivolto all’orizzonte. Nonostante il periodo di sfiducia che stiamo vivendo, siamo chiamati a guardare al futuro con occhi pieni di speranza.
La FUCI mi ha insegnato che tra lo studio e il mondo che siamo chiamati ad abitare esiste un ponte: lo stile di incessante ricerca e dell’instancabile vivacità del domandare. Questo stile deve permeare ogni momento della nostra vita.

Vorrei consegnare a tutti voi un immagine, a me molto cara, che Giovanni Battista Montini ci presenta nelle prime pagine di Coscienza Universitaria: “Lo studente che si affaccia per la prima volta all’università è come un romantico che s’appressa ad un castello misterioso”. Ogni volta che varco la soglia della mia Università mi sento un po’ come quel romantico, sedotto dall’esplorazione e curioso del non noto. Vi auguro di scegliere di vivere il vostro percorso da ‘romantici’, innamorati della ricerca.
Buon cammino

mercoledì 14 novembre 2012

Comunicato stampa- Festa delle matricole



Università, verso dove?

Incontro per la V "settimana dell'università", organizzato dal gruppo FUCI di Lucca

Sabato 17 novembre alle ore 19 presso il Foro Giovani (ex-foro Boario) si terrà un
incontro, organizzato dal gruppo FUCI di Lucca, dal titolo “Università, verso dove?”.
Come continuazione degli incontri già organizzati gli anni passati, nonché come parte del
percorso per la commemorazione degli ottant'anni dalla formazione del circolo FUCI a
Lucca, abbiamo deciso di organizzare una festa per le matricole e per i ragazzi delle
scuole superiori che si stanno avvicinando all'esperienza dell'università. L'incontro,
oltretutto, si inserisce nell'evento nazionale promosso dalla Federazione Universitaria
Cattolica Italiana, la “settimana dell'università” (che si terrà dal 19 al 25 novembre 2012);
durante essa, infatti, tutta la Federazione è chiamata ad interrogarsi su quale direzione sta
prendendo l’università italiana, quali sono i nuovi progetti e verso quali obiettivi si sta
muovendo. Un importante aiuto, inoltre, ci è stato dato dalla Regione Toscana, che con
il suo progetto “costruire la comunità: giovani costruttori del bene comune” ha
permesso la completa realizzazione di questo evento.
Nel corso dell'incontro sarà previsto un momento tematico, in cui parleremo della nostra
esperienza di università ai più giovani facendoci aiutare dal nostro Vescovo Mons. Italo
Castellani e da un membro della presidenza nazionale della FUCI, e il dopo cena, che
avrà i caratteri di una festa con musica dal vivo.
Il gruppo FUCI di Lucca


giovedì 13 settembre 2012

calendario provvisorio incontri primo semestre



Anno Accademico 2012-2013- Calendario provvisorio incontri Primo Semestre(Ottobre-Dicembre 2012)

“E’ appena l’aurora: la  testimonianza dei giovani di ieri e di oggi”(incontri itineranti sul tema del Concilio Vaticano II)
-Mercoledì 3 ottobre: San Concordio
-Giovedì 8 novembre: Torre del Lago
-Martedì 27 novembre: S. Macario
-Domenica 9 dicembre: Marlia

Incontri “Coscienza Universitaria”(presso la sede nella Casa delle Associazioni Laicali)
-Giovedì 18 Ottobre: Cap. 2”In tota mente tua” (a cura di Don Riccardo)
-Giovedì 25 Ottobre: Cap. 4 “Monistici o monastici”(a cura di Don Renato)
-Giovedì 22 Novembre: Cap. 7 “Il libro”(a cura di Don Riccardo)
-Giovedì 6 Dicembre : Cap. 8 “Unità di pensiero”(a cura di Don Renato)
Altri incontri:
-Giovedì 11 Ottobre (oratorio Don Bosco Viareggio ore 21): 50° anniversario Concilio Vaticano II: “il fatto nuovo è…che ci riguarda” incontro organizzato dall’Azione Cattolica
 -Sabato 17 Novembre(Foro Boario, ore 19:00): Festa delle Matricole (Settimana dell’Università)
-Giovedì 20 Dicembre(in sede): Incontro di preghiera e riflessione in Preparazione al Natale.

giovedì 2 agosto 2012

Settimane Teologiche a Camaldoli


COMUNICATO STAMPA
I Settimana Teologica della FUCI: profezia e testimonianza
Si è aperta oggi la I Settimana Teologica a Camaldoli della FUCI, dal titolo “Se fosse un profeta”? (Lc 7, 39) Profezia e testimonianza cristiana oggi, che si protrarrà fino a sabato 28 luglio sul tema della profezia e della testimonianza. Guideranno le riflessioni sul tema Luciano Manicardi, monaco e vice Priore della Comunità di Bose e Benedetta Zorzi, benedettina e docente di filosofia e teologia. Dal 29 luglio al 4 agosto si svolgerà invece la II Settimana dal titolo “Nelle parole la Parola” Cristianesimo e cultura contemporanea.
La Settimana vedrà affiancarsi alle lezioni dei relatori, laboratori di approfondimento e momenti di formazione federativa. Il tutto inserito all’interno dei ritmi e dei tempi della comunità monastica camaldolese. Numerosi gli studenti provenienti da tutta Italia che anche quest’anno parteciperanno alle Settimane di studio e riflessione e che hanno scelto di trascorrere il loro tempo in questo luogo significativo.
«Le due Settimane Teologiche, appuntamento di lunga tradizione – affermano i Presidenti Nazionali Francesca Simeoni e Stefano Nannini – che ereditiamo dagli anni in cui G.B Montini era Assistente centrale della FUCI, mantengono una valenza ancora attuale. Esse sono il segno di giovani che desiderano impegnarsi, anche d’estate, nel campo sociale, culturale e spirituale, convinti che questo rappresenti un tempo propizio per la propria formazione personale, che produrrà i suoi frutti nelle comunità di appartenenza in un domani vicino».
Domani, alle 9.30, si aprirà ufficialmente la Settimana Teologica con la lettura della Relazione introduttiva della Presidenza Nazionale.
E’ possibile trovare il programma e i relativi aggiornamenti sul sito nazionale www.fuci.net
Camaldoli, 22 luglio 2012
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net


COMUNICATO STAMPA
Apertura della II Settimana Teologica della FUCI
Dopo l’arrivo, ieri, di oltre settanta studenti da tutta Italia a Camaldoli, questa mattina si è inaugurata ufficialmente la II Settimana Teologica della FUCI dal titolo “Nelle parole la Parola”. Cristianesimo e cultura contemporanea, che si protrarrà fino a sabato 4 agosto.
Questa mattina dopo la lettura della Relazione introduttiva della Presidenza Nazionale, il prof. Salvatore Natoli, docente di filosofia teoretica, ha tenuto la sua prima lezione davanti ad una sala gremita di universitari.
«In un contesto come quello contemporaneo, nella sua complessità e nelle sue istanze più profonde – si legge nella Relazione introduttiva - il cristianesimo è chiamato all’interrogativo, all’ascolto, alla mediazione della propria specificità, in virtù della natura stessa dello stile cristiano, sgorgante da una verità che, alla luce del mistero della Trinità, dell’Incarnazione e dell’evento pasquale, è sempre dialogica, dialettica e paradossale».
I Presidenti Nazionali – Francesca Simeoni e Stefano Nannini – richiamano le parole dei Lineamenta orientativi al problema emergente nella Chiesa della “nuova evangelizzazione”: «negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli interrogativi critici rivolti alla Chiesa e ai cristiani, al volto di Dio che annunciamo. Il compito di evangelizzazione si trova così di fronte a nuove sfide, che mettono in discussione pratiche consolidate, indeboliscono percorsi abituali e ormai standardizzati; in una parola obbligano la Chiesa ad interrogarsi in modo nuovo sul senso delle sue azioni di annuncio e di trasmissione della fede».
Domani, martedì 1° agosto, la Settimana raggiungerà forse il suo momento più alto, nel dibattitto tra il prof. Salvatore Natoli e il prof. Elmar Salmann, benedettino e docente di filosofia e teologia dogmatica.
Oggi, a celebrare la Santa Messa, sarà presente l’Arcivescovo di Arezzo Mons. Riccardo Fontana.
E’ possibile trovare il programma completo della Settimana sul sito nazionale www.fuci.net.
Camaldoli, 30 luglio 2012
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net

domenica 10 giugno 2012

nuovi incarichi per i fucini del gruppo di Lucca


In questi ultimi tempi il nostro gruppo si è trovato davanti a diverse elezioni: Stefano come presidente nazionale, Niccolò come consigliere centrale ed infine, ma non per minor importanza, Fabio come incaricato regionale della Toscana. A ciascuno di essi è giusto fare i migliori auguri da parte di tutto il gruppo affinchè sentano la vicinanza di tutti noi fucini di Lucca per l'incarico che si trovano a svolgere. Qui sotto potete trovare il discorso di fine incarico fatto da Lorenzo in occasione dell'ultimo incontro regionale tenutosi a Pisa il 19maggio 2012. Anche a lui vogliamo rivolgere il nostro grazie per questi due anni di impegno e dedizione.

Marzo 2010: mentre, in modo del tutto spensierato, mi aggiravo per la mia città - e mi
godevo l’avvento trionfale della primavera con la sua luce, i suoi colori e i suoi
profumi- ho sentito qualcosa nella mia tasca destra che vibrava insistentemente. Ho
preso il telefono in mano e senza guardare lo schermo per vedere chi fosse, ho
risposto. Dall’altra parte stava Giovanni Stanghellini: una persona che non ho alcun
timore a definire colta, raffinata e molto preparata. Cosa poteva mai volere da me
l’incaricato regionale della FUCI Toscana? Eppure il gruppo di Lucca stava
procedendo bene, stavamo attuando il nostro percorso tematico ed eravamo in
crescita. Bene, cari amici, come avrete sicuramente intuito il nostro Giovanni mi ha
chiesto, in quella telefonata, se me la fossi sentita di candidarmi come incaricato
regionale della FUCI per il biennio successivo.
Penso che non ci sia difficoltà a capire in quale stato mi trovassi: emozione,
confusione, ansia, timore, impotenza, incapacità. Perché proprio a me? Non ero
fucino da molto tempo, non avevo molta esperienza. Ricordo che rimasi quasi
bloccato e che risposi a monosillabi a Giovanni, il quale mi dette, per fortuna, molti
giorni per pensarci e per riflettere su questa opportunità.
Dalle chiacchierate con gli amici, con la famiglia, con i miei assistenti (a Lucca ne
abbiamo 2) è maturato il mio SI’. Un SI’ che non rimpiangerò MAI. Un SI’ che mi ha
aperto un mondo meraviglioso di persone, di amicizie, di responsabilità.
Ora il mio servizio per la FUCI Toscana è arrivato al termine. Due anni dopo il mio
SI’ è giunto il momento di passare il testimone.
Permettetemi di dire che qui sta la grandezza della nostra federazione. La brevità dei
nostri incarichi ci aiuta a comprendere quanto sia deleterio l’attaccamento morboso a
un incarico di qualsiasi genere esso sia e ci consente di fare esercizio di umiltà,
gratuità ed altruismo nel momento in cui il nostro compito ci sta sfuggendo di mano
di fronte all’inesorabile scorrere del tempo. Parafrasando lo scrittore Tolkien diventa
dunque necessario “lasciare il giardino che abbiamo ricevuto in dote con il minor
numero di erbacce possibili”, perché noi, piccolo granello di polvere nell’universo,
non potremo mai nemmeno immaginare di ripulire tutti i giardini del mondo.
Devo dire però che ho avuto la fortuna di ricevere un ottimo giardino da coloro che
mi hanno preceduto e che ringrazio per aver creduto in me e nelle mie capacità. E’
solo così che la FUCI potrà andare avanti nel suo compito: quello di formare giovani
cristiani impegnati concretamente nel mondo che vivono (nel nostro caso quello
universitario) e che sappiano guardare all’orizzonte del bene comune.
Io in FUCI ho percepito questo tipo di respiro e ho cercato di far mia questa
formazione. E’ da qui che dovremo sempre ripartire anno dopo anno, semestre dopo
semestre: è questo il nostro carisma e l’essenza dell’essere fucino.
La FUCI è libertà ed amore come ho sentito recentemente dire a Raniero La Valle:
Amore verso il Signore, verso la Chiesa e verso gli altri in modo indiscriminato e
prestando maggiore cura agli ultimi e ai deboli. Libertà che si esprime nel metodo
della ricerca all’interno della riflessione teologica, biblica e culturale, secondo lo stile
sempre fecondo della mediazione culturale.
Tutti questi bellissimi concetti sono però incarnati dal fucino in una modalità del tutto
particolare, ovvero prendendosi poco sul serio. Anche questo fa parte del nostro stile
e della nostra tradizione ed è da questo pensiero che prendono corpo usanze ormai
storiche per la FUCI, estremamente divertenti e che non devono andare perse quali
Ricerca 2, la goliardia, miss e mister Camaldoli e la FUCI night (invito coloro che
non hanno mai sentito parlare di tutte queste cose a prendere parte agli appuntamenti
nazionali ed in particolare alle settimane teologiche di Camaldoli).
L’impegno con il sorriso sulle labbra. E’ di questo che anche la nostra FUCI in
Toscana avrà bisogno nei prossimi anni. Tante e disparate difficoltà circondano il
nostro cammino, ma è nostro dovere insistere. Se mi permettete vorrei provare a
lasciarvi oggi una serie di punti che potrebbero essere ripresi anche in futuro e che
vorrei che diventassero uno strumento di riflessione per tutti sulla FUCI in Toscana e
non solo. I punti in questione sono 5:
1. I rapporti con l’Azione Cattolica: E’ solo con un legame serio e profondo con
l’AC che possiamo pensare ad una FUCI radicata nella propria diocesi ed
attenta alle criticità ed alle problematiche che l’attualità ci pone davanti.
Programmiamo con l’Azione Cattolica un lavoro comune, come viene fatto dal
livello regionale e nazionale, e vediamo in che modo possiamo essere loro
d’aiuto e viceversa.
2. La partecipazione agli appuntamenti nazionali e regionali: Nessuno può dirsi
vero fucino se ancora non ha preso parte ad almeno un appuntamento
nazionale. Da questo punto non si può transigere. La FUCI ci consente di avere
un respiro più ampio, di conoscere persone da tutta Italia, di confrontarci con
loro e di crescere. Perché dobbiamo buttare via questa occasione? Tale aspetto,
cari amici, non dobbiamo dimenticarlo mai
3. Vivere l’università: Il nostro speciale carisma si esprime nell’università. E’
questo il luogo dove la FUCI è chiamata ad agire, a far sentire la propria voce,
a compiere la propria missione. Su questo punto, lo voglio sottolineare, in
Toscana c’è molto lavoro da fare. I nostri gruppi sono chiamati ad essere più
attivi nelle università: chiedendo e ottenendo spazi, lanciando iniziative e
proposte, dialogando con altri gruppi Cattolici e non. O costruiamo nelle
università il nostro futuro, o la nostra esperienza è destinata a chiudersi nelle
catacombe.
4. La relazione: E’ inutile girarci tanto intorno. La relazione fra le persone è alla
base dei nostri gruppi. I gruppi FUCI devono essere innanzitutto gruppi di
amici. Sono i legami di questo tipo che salveranno il Mondo, ed è su di essi che
dobbiamo continuare ad investire risorse di ogni genere. Quando le nostre
associazioni riescono a diventare pienamente aperte ed accoglienti verso gli
altri allora abbiamo centrato un primo e fondamentale obbiettivo.
5. I care: Cari fucini è doveroso oggi più che mai gridare al mondo il nostro “mi
interesso”. Non è mai stato così attuale come oggi il richiamo di don Lorenzo
Milani a tuffarsi nella mischia e a dire con coraggio la propria opinione. Tutto
questo nonostante molte figure, anche autorevoli e del nostro stesso ambiente,
ci invitino a riscoprire la “marginalità”. Ecco, ai margini lasciamo volentieri
che ci stiano LORO. Noi abbiamo l’obbligo di sporcarci le mani, di gridare, di
dire la nostra e di far sentire la voce. Abbiamo lo strumento per farlo: dai
giornali diocesani alla rete (ancora così poco sfruttata dalla nostra federazione).
Quindi cari presidenti e cari fucini SCRIVETE. Sono tante le cose che non
vanno nelle nostre città, nella nostra regione e nel nostro paese. Non possiamo
lasciare che vincano ancora l’indifferenza e l’individualismo, due mali che
affliggono pesantemente la nostra società.
Dopo questo passaggio, che mi rendo conto è stato un po’ pesantino, ma credo
doveroso per stimolare in ciascuno di noi una riflessione che non si fermi qui ma che
prosegua, vorrei passare a ringraziare coloro che hanno reso questa esperienza unica,
meravigliosa e indimenticabile:
1- Il Signore: Non posso non cominciare dal Signore. Il vero, unico e grande
protagonista delle nostre vite. Lo sceneggiatore di questo splendido film che
stiamo vivendo tutti insieme. E’ a Lui che devo tutto. Non smetterò mai di
dirgli grazie per quello che mi ha dato e spero davvero di averlo servito al
meglio in questo incarico.
2- Il mio gruppo: E’ a loro che va il mio più grande ringraziamento. Siamo rinati
dalla cenere, come l’araba fenice, nel 2009 (sembra passata una vita). Ricordo
ancora quel primo incontro con don Luca Andolfi (responsabile della pastorale
giovanile a Lucca) al quale andammo io, Stefano e Mauro. Da lì è partito tutto.
All’inizio un piccolo gruppo con, oltre a noi 3, anche Niccolò e Serena
(divenuta presidentessa con Stefano). E poi una crescita progressiva e
trascinante che ci ha portati ad essere in 15 con Fabio, Andrea, Chiara (l’attuale
mia presidentessa), Giorgio (l’attuale mio presidente), Roberta, e Carolina. E’
anche merito loro se sono sopravvissuto in questi 2 anni.
Non me ne vogliano gli altri, ma un ringraziamento davvero speciale su tutti va
a Stefano, il nostro presidente nazionale. Se non avesse creduto in questa follia
di far rinascere un gruppo morto, nessuno di noi lucchesi sarebbe qui oggi. Ha
letto nei miei occhi, di ritorno dal mio primo Camaldoli del 2009, un vero
entusiasmo e non un colpo di sole dettato dalla canicola estiva. Ne abbiamo
passate tante insieme, ed ora ti appresti a spiccare il volo. Sono sicuro che
anche a Roma saprai farti valere con le doti e le capacità che hai. Sarai un
punto di riferimento importante per la FUCI Toscana e dalla tua elezione ne
potrà venire solo del bene per tutti noi. Sii sempre umile e disponibile, e vedrai
che non avrai problemi di nessun tipo anche laggiù. A noi lucchesi, come ti ha
detto don Renato, hanno insegnato la diplomazia fin da bambini (per
sopravvivere nella jungla di Lucca), è un punto che ci caratterizza, che fa parte
da sempre nel nostro DNA e che ti sarà molto utile nella capitale. In bocca al
lupo di cuore!!
3- I miei gruppi: I miei gruppi sono quelli della Regione tutta. Parlo per iniziare
di Pisa che mi ha per primo fatto conoscere la FUCI e che, non a caso, ho
insistito che ospitasse questa mia ultima assemblea. Grazie ragazzi!! A voi che
ci siete adesso e a coloro che c’erano 3 anni fa.
Poi non posso non ricordare Arezzo, dove per la prima volta ho preso parte a
un evento pubblico come incaricato e al quale auguro di proseguire alla grande
il suo cammino in formazione.
Gli amici di Prato che ringrazio per le volte che mi hanno ospitato alle loro
riunioni e per l’affetto sempre dimostrato nei miei confronti.
I fiorentini e i fiesolani che sono da tempo immemore dei grandi fucini e che
sicuramente continueranno i loro percorsi con ardore e affetto sincero nei
confronti della FUCI. Anche voi mi siete sempre stati vicini.
4- I miei assistenti: Don Renato e don Riccardo. La loro vicinanza non mi è mai
mancata in questi due anni. Mi hanno aiutato nel dire di SI’ e non mi hanno
mai fatto mancare consigli utili e parole di amicizia.
5- Flavia: Da vera donna del sud si è presa cura della nostra Regione in questi
due anni in modo attento e scrupoloso dimostrandosi vicina nelle difficoltà e
sempre pronta a dare un aiuto. Anche per lei è l’ultima assemblea con noi e
anche per lei si apre un nuovo futuro che sicuramente sarà roseo, perché questo
è ciò che si merita una persona tanto umile ed eccezionale.
6- La squadra: Come non parlare della squadra che ho avuto al mio fianco in
questo biennio. Prima Chiara. Per me una vera maestra di FUCI. Buona parte
di quello che so da un punto di vista organizzativo e gestionale l’ho appreso da
lei. Quello che ha fatto nel periodo del suo incarico per la FUCI Toscana va
oltre ogni calcolo, a lei va davvero un grazie speciale.
Poi ovviamente Benedetta e don Andrea. Due mostri assoluti. Insieme in
questo anno e mezzo abbiamo formato un buon tridente che per caratteristiche
ha ricordato l’attuale centrocampo della Juventus, campione d’Italia per la
trentesima volta. Don Andrea per omonimia e per affinità è il nostro Andrea
Pirlo. Il vero regista occulto, ma non troppo, della FUCI Toscana. Tutte le
decisioni passano da lui così come i palloni per la Juve passano dai piedi di
Pirlo. Con la stessa eleganza e raffinatezza del centrocampista bianconero è in
grado di mettere sempre quella parola, quella frase che risolvono una
situazione ingarbugliata rendendola d’improvviso chiara e lineare. Don Andrea
sei il vero fuoriclasse della nostra squadra e sono sicuro di aver appreso in
questi due anni molte cose da te.
Benedetta invece è il nostro Arturo Vidal. Pragmatica, corre per tutti ed è in
grado, come il centrocampista cileno, di fare sempre la cosa giusta al momento
giusto, di mettere quella parola che rasserena o di stimolare la riflessione
quando serve. Una vera “atleta della FUCI”, una grande pallavolista e
un’ottima amica. La FUCI adesso e nelle tue mani e in quelle di Fabio, che
ringrazio di cuore per il suo SI’. Un SI’ che chiude il cerchio del mio cammino
e che lancia la FUCI Toscana in un futuro ricco di nuove sfide e nuove
emozioni.
Desidero infine affidare la FUCI Toscana a Maria, madre di Gesù e madre della
Chiesa. E’ a Lei che consegno sempre le mie preghiere, affinché interceda presso il
Signore. Con questa semplicità sono stato educato fin da bambino sia da miei nonni
che dal mio anziano parroco di Fagnano. E’ Lei la “titolare” della Chiesa in cui ho
ricevuto tutti i sacramenti, è Lei che con la Sua vita ha tanto da insegnare ancora oggi
a tutti noi.
Grazie a tutti per avermi sopportato e supportato. Vi auguro di cuore di compiere un
buon cammino!!


Lorenzo Banducci (Già Incaricato Regionale della FUCI Toscana)

domenica 27 maggio 2012

Stefano Nannini nuovo presidente nazionale maschile della Fuci!!!!!!!!!!


COMUNICATO STAMPA

STEFANO NANNINI NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE MASCHILE DELLA FUCI

Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha nominato Presidente Nazionale Maschile della FUCI per il biennio 2012 – 2014 Stefano Nannini della diocesi di Lucca.
Nannini, 24 anni, del gruppo FUCI di Lucca è studente della Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Pisa.

L'intera Federazione esprime i migliori auguri per un proficuo lavoro a Stefano Nannini e contestualmente rivolge ad Alberto Ratti, Presidente Nazionale uscente, il più vivo ringraziamento per la dedizione e l'impegno profusi in questi due anni.

In questi giorni ha iniziato il suo servizio in FUCI anche il nuovo Vice Presidente Nazionale Maschile, Giambattista Coltraro, del Gruppo FUCI di Catania, eletto durante i lavori del 61° Congresso Nazionale di Urbino, svoltosi a fine aprile. A Giambattista Coltraro rivolgiamo gli auguri per l'incarico al quale è stato chiamato e al contempo ringraziamo Andrea Minardi per il servizio svolto nel biennio appena concluso.

Roma,  25 maggio 2012


UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
tel. 331.17.77.861


Noi del Gruppo Fuci di Lucca facciamo a Stefano i più sinceri auguri per il suo incarico e vogliamo esprimergli la nostra vicinanza: Forza Stefano, sei e rimarrai sempre uno di noi!!!!!!!!!!!!!
Siamo sicuri che metterai in questo incarico lo stesso impegno e la stessa dedizione che ti accompagnano in ogni cosa.

giovedì 3 maggio 2012

incontro del 19 aprile 2012


Psichiatria e potere: come la pazzia è stata vissuta dalla società.

L’incontro del 19 aprile è stato tenuto dal Professor Lastrucci, psichiatra, il quale ha declinato il tema del semestre con riferimento a quella che è stata la sua esperienza professionale negli ospedali psichiatrici sin dalla metà degli anni sessanta.
La descrizione da lui fatta si è concentrata sulle differenze tra il sistema statunitense, in cui ha lavorato in un primo momento, e quello italiano.
L’organizzazione dei manicomi negli U.S.A. prevedeva una diagnosi interdisciplinare, la cui sintesi doveva dare indicazioni operative. Poteva poi essere rivista a seconda di come si modificava la situazione del paziente. La situazione era quella di un’”Umanità schiacciata e abbandonata” , gestita in modo impersonale, ma con un alto livello professionale.
Il panorama italiano invece era totalmente diverso, e le mancanze appaiono evidenti. Il Professor Lastrucci comincia a lavorare a Lucca nel 1967: qui l’organizzazione è ”medievale”, chiusa, simile a un carcere, i pazienti sono divisi in sezioni maschili e femminili, senza aggiornamenti dei trattamenti a cui vengono sottoposti rispetto al mutamento delle loro condizioni sanitarie. Essi sono circa 1000, i medici 6; non vi sono altre figure professionali. Ma il rapporto che si instaura è più umano, i familiari visitano i pazienti(al contrario di ciò che avviene negli Stati Uniti). I casi di dimissioni sono rari, e disciplinate dal direttore dell’istituto, che ne risponde direttamente al tribunale(che a sua volta deve convalidarle)(L. 36/1904) La situazione comincia a cambiare con la L 431/1968 Mariotti: si prospetta una libertà insperata grazie alla possibilità di ammissioni e dimissioni volontarie del paziente. I manicomi diventano “ospedali psichiatrici”, vengono incrementate le uscite, abbattuti i muri e i cancelli. Tuttavia esso mantiene le sue caratteristiche di struttura di emarginazione, che ha sostanzialmente lo scopo di tenere lontani dalla comunità di origine i pazienti. Il discorso psichiatrico continua ad essere qualcosa di non capito, misterioso, che, dando luogo a comportamenti violenti, le famiglie di origine difficilmente riescono a gestire.
Con la legge Basaglia(180/1978) le cose cambiano radicalmente e, sulla scia delle numerose teorie fiorite nel decennio precedente, comincia a modificarsi l’idea dell’ospedale psichiatrico(non più luogo di reclusione ed emarginazione)e più in generale della malattia psichica, nonostante i passi da fare siano ancora molti e difficili.
Se consideriamo la malattia mentale soltanto in senso medico organicistico sbagliamo: il cervello non è un organo come gli altri; funziona perché viviamo in un mondo di relazioni interpersonali: esse gli forniscono gli stimoli che gli servono per funzionare.
“Malattia mentale” è un mito ideato per mascherare i conflitti morali delle relazioni umane. Ciò porta con sé una forte istanza etica : essa è rivelatrice del ruolo che l’individuo si trova a giocare per superare le difficoltà del mondo in cui si trova.
 (Relazione del Prof. Lastrucci riassunta da Chiara Tomei)

lunedì 30 aprile 2012

comunicato stampa di chiusura del 61° Congresso Nazionale


COMUNICATO STAMPA
Chiusura del 61° Congresso Nazionale della FUCI
Il 61° Congresso Nazionale della FUCI, apertosi a Urbino mercoledì 25 aprile, si è concluso oggi,
domenica 29 aprile, a Roma con la partecipazione degli oltre 200 congressisti al rito di
beatificazione del Servo di Dio Giuseppe Toniolo.
La Celebrazione Eucaristica, che si è svolta alle ore 10.30 presso la Basilica di S. Paolo fuori le mura, è
stata presieduta dall'arcivescovo emerito di Palermo, card. Salvatore De Giorgi.
«Abbiamo voluto inserire la partecipazione al rito di beatificazione di Giuseppe Toniolo – affermano i
Presidenti Nazionali, Francesca Simeoni e Alberto Ratti – in quanto sentiamo la figura di Giuseppe
Toniolo, professore universitario e uomo di fede, molto vicino allo spirito della nostra Federazione.
Inoltre la nostra partecipazione si spiega per ragioni storiche, dato che fu proprio la FUCI, nella
persona dell’allora presidente Igino Righetti, a richiedere l’avvio della causa di beatificazione».
Ad Urbino il Congresso ha visto svolgersi al suo interno l’Assemblea Federale, che vede riuniti tutti i
rappresentanti dei livelli federativi, chiamati a dettare le linee guida per l’anno successivo.
L’Assemblea Federale ha approvato le Tesi Congressuali. «Oggi, a cinquant’anni di distanza, la FUCI
avverte l’esigenza di dedicare una riflessione particolare al Concilio nella convinzione che nei suoi frutti
possa ancora riscontrarsi una parola capace di parlare all’uomo di ogni tempo e consapevole della
necessità di continuare con amore un cammino che è stato affidato anche a noi giovani».
Il Consiglio Centrale svoltosi in seno all’Assemblea Federale, nel pomeriggio di verdì 27 aprile, ha
riconosciuto il gruppo di Caltagirone ed ha accolto la candidatura del gruppo di Rimini, come
gruppo ospitante il 63° Congresso Nazionale. «Al gruppo di Caltagirone va il nostro benvenuto nella
Federazione – affermano dalla Presidenza Nazionale – e al gruppo di Rimini il nostro grazie per il
servizio che svolgeranno per la FUCI, con la preparazione del prossimo Congresso».
Roma, 29 aprile 2012
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@

lunedì 9 aprile 2012

sabato 17 marzo 2012

incontro 15 marzo 2012


Potere e controllo sociale: da Durkheim a Bourdieu

Introduzione: Potere e controllo sociale
Il concetto di potere nasce a partire da classici della sociologia come E. Durkheim e M.Weber i quali, seppur con modalità diverse, lo vedono alla base del sociale, dello stare insieme degli individui, e, di fatto, di ogni relazione. In particolare, esso non è una semplice categoria statica, bensì un processo, che permette l’ equilibrio all’interno del sistema sociale in una visione organicistica dello stesso(la società al pari degli organismi biologici funziona se vi è una perfetta integrazione tra le parti) ,tipica della filosofia positivista e della sociologia “macro” di Durkheim. Esso è a sua volta suddivisibile in “controllo sociale come interdipendenza” ovvero l’autocontrollo del sistema o del gruppo sociale dato dall’interiorizzazione delle norme morali e delle istituzioni e il “controllo sociale come dipendenza”, che riprende più da vicino l’accezione comune di potere, che prevede una relazione asimmetrica tra le parti in cui alcuni lo posseggono ed altri devono subirlo. In definitiva il controllo sociale è alla base della solidarietà tra gli individui e permette che la società non si sfaldi o precipiti nel caos. Per Durkheim dunque esso ha sì una funzione coercitiva, ma è il prezzo da pagare del vivere insieme, e tale coercizione inoltre non viene avvertita dagli individui perché entro quelle norme sono stati cresciuti e socializzati.
Max Weber, più interessato a studiare l’agire sociale, ovvero le azioni individuali rivolte all’altro, si preoccupa più da vicino dell’analisi di come tale potere viene acquisito ed esercitato. Occorre fare attenzione a come esso assuma una valenza positiva nell’ottica di Weber, il quale lo distingue da un altro concetto, quello di potenza. Ora se a quest’ultima manca la legittimità e consiste semplicemente nell’imporre, anche con la forza, la propria volontà, indipendentemente dal consenso dell’altra parte il potere si caratterizza proprio per la sua legittima origine, ovvero il riconoscimento del potere stesso. Esso poi può avere provenienza diversa(tradizionale, carismatico, legale-razionale), può essere posto in discussione in maniera più o meno semplice e frequente, ma alla base vi è questa liceità.
Certo, soprattutto nelle società avanzate si pone allora il problema del consenso rispetto a tale potere e di come esso possa essere ottenuto. La visione della Scuola di Francoforte, che vede la società di massa in balia di mass media potentissimi capaci di manipolare individui privi di altre difese, appare a molti superata e smentita da numerose ricerche empiriche. Altri studiosi hanno quindi affrontato la questione, tra questi Pierre Bordieu.
L’interpretazione della modernità di Pierre Bourdieu: violenza simbolica e legittimazione del dominio.
Pierre Bourdieu(1930-2002), filosofo e sociologo francese legato al marxismo e allo strutturalismo ma di fatto portatore di un pensiero ecclettico e che cerca di abbattere i dualismi e le divisioni intellettuali, affronta la questione del potere elaborando il concetto originale di “violenza simbolica”, definita come
“quella forma di violenza che viene esercitata su un agente sociale con la sua complicità[…], chiamo “misconoscimento” il fatto di accettare quell’insieme di presupposti fondamentali, preriflessivi, che gli agenti sociali fanno entrare in gioco per il semplice fatto di prendere il mondo come ovvio, e di trovarlo naturale così com’è perché vi applicano strutture cognitive derivate dalle strutture di quello stesso mondo. Dal momento che siamo nati in un mondo sociale accettiamo un certo
numero di postulati, di assiomi, che vengono assunti tacitamente e che non hanno bisogno di venire inculcati […]. Di tutte le forme di persuasione occulta la più implacabile è quella esercitata dall’ordine delle cose.”
Il mondo attuale, per Bourdieu palesemente fondato sull’ingiustizia, può essere perpetuato senza che ne venga messa in questione la propria legittimità proprio in forza dell’utilizzo da parte dei gruppi dominanti delle “risorse simboliche” e non della violenza e della coercizione.
“il nuovo modo del dominio sostituisce la repressione con la seduzione[…]e ottiene l’integrazione delle classi dominanti più con l’imporre bisogni che inculcando norme.”
Il primo passo per ottenere questo “tacito assenso ”è la giustificazione dell’ordine sociale esistente, che viene incorporato dall’”habitus” degli individui(altro concetto chiave nella sociologia di Bourdieu che indica quell’insieme di disposizioni interiorizzate che ha il compito di mediare tra le strutture sociali oggettive e le pratiche dei soggetti, e di “sintetizzare” il rapporto tra esterno ed interno in quanto “strutture strutturanti”)al fine di assicurare una concordanza tra le strutture cognitive degli individui e le strutture sociali. La legittimazione del potere affonda le sue radici, dunque, proprio nei comportamenti e nelle disposizioni considerate naturali e che invece sono per Bourdieu costruite politicamente; il sodalizio tra strutture sociali e strutture cognitive si configura così come “una delle più solide garanzie di dominio sociale”. In questo modo infatti è possibile ottenere la violenza simbolica a cui accennavo prima, quella che prevede l’accettazione e la collaborazione da parte dei dominati, reso possibile dal fatto che questi ultimi dispongono soltanto delle strutture cognitive che hanno in comune con i loro dominatori, motivo per il quale appunto il rapporto appare come “naturale”. Le strutture cognitive non si limitano a descrivere la realtà sociale bensì la costruiscono.
Lo studio di Bourdieu si concentra dunque sul cercare di comprendere come tale perpetuazione del potere e dei sistemi simbolici sia possibile ed individua uno dei maggiori fattori nella scuola e nell’educazione. Secondo lo studioso la scuola è infatti l’istituzione centrale delle società moderne, in quanto portatrice di controllo nell’allocazione dei privilegi, e con funzione di perpetuare e riprodurre i sistemi dominanti attraverso cui viene esercitato il potere simbolico, “santificando” le divisioni sociali. Al contrario di quello che è il suo intento dichiarato, ovvero quello di promuovere la mobilità sociale, il sistema educativo contribuisce a sancire e trasmettere tra le generazioni differenze e distinzioni fornendo ai discenti un capitale culturale che definisce e legittima l’ordine sociale esistente.
La riproduzione agisce a tre livelli: conservando l’eredità culturale, riproducendo i rapporti sociali tra le classi, e legittimando l’eredità culturale che trasmette. Per mezzo di un tale effetto di naturalizzazione la stratificazione sociale viene legittimata e riprodotta.
C’è da aggiungere poi che tale naturalizzazione interviene anche in molti altri ambiti, anche insospettabili, come il gusto estetico, gli stili di vita o l’economia. ”Banca centrale del capitale simbolico” è lo Stato, ovvero è il luogo in cui si concentrano tutti gli altri tipi di capitale(economico, sociale, culturale)che permettono di ricavare come profitto principale questo dominio, in tutti i campi. L’esercizio del dominio simbolico è reso possibile dal fatto che lo stato non esiste solo ”là fuori”, bensì è dentro di noi nella forma delle categorie mentali con le quali interpretiamo il mondo(acquisite mediante il processo educativo di socializzazione) e che sono in realtà frutto della costruzione sociale(e cognitiva)operata dallo stato.(es.Famiglia).
A fronte di queste ed altre riflessioni che rendono il lavoro intellettuale e di ricerca empirica di Bourdieu vastissimo, enigmatico e talvolta non privo di contraddizioni, egli vede la scienza sociale come quella deputata a “smascherare” queste strutture di potere attraverso una “denaturalizzazione” dei concetti propri di ogni realtà sociale, ma che di naturale non posseggono niente essendo costruite da coloro che detengono porzioni di capitale, ed in particolare da coloro che sono messi in grado di esercitare il dominio simbolico. Questo è possibile solo esercitando un continuo dubbio radicale riguardo alla realtà sociale, ed una riflessività epistemologica forte per evitare che anche la disciplina sociologica venga imbrigliata in queste relazioni di potere, venendo quindi meno il suo potere di disvelamento.
Chiara Tomei

martedì 13 marzo 2012

Convegno Nazionale-Urbino/Roma 2012

Sul sito nella sezione downloads potete trovare tutte le informazioni approfondite: scheda tecnica, scheda tematica, programma, notizie sui trasporti.

“Vi sono dei giovani che hanno profonda nell'anima la sensibilità del loro tempo. Essi sentono che questo nostro tempo deve essere amato con una potenza d'animo straordinaria; dev'essere penetrato nella sua indole, nei suoi bisogni, nelle sue risorse. [...] Sì, vi sono questi giovani che credono ancora che bisogna vivere per la giustizia e non per l'interesse; [...] questi giovani ci sono sempre, ci sono sempre e pensano. Ma no, soli non sono, camminano insieme: la F.U.C.I....Sì: la F.U.C.I. va pensata così. [...] Allora ecco che cosa costituisce l'interesse d'una riunione di fucini. Essi vengono per rinnovare a sè e ai compagni la promessa di fedeltà al loro programma di vitalità morale e di carità cristiana. L'atto è così importante e così solenne che i sacrifici e le spese sono trascurabili, anzi sono tollerati volentieri per questo. E la ricompensa è grande; quella di sentirsi riconfortati dalla solidarietà e dall'esempio reciproco; quella di sapersi realmente chiamati ad un compito di bene per i nostri compagni, per le nostre scuole, per il nostro paese; quella d'aver ancora una volta data piena e giusta testimonianza alle proprie idee e alle proprie speranze. Chi non sente quest'attrattiva non potrà godere il Congresso con pieno entusiasmo. Ma chi la sente...guai se manca!"
Giovanni Battista Montini

lunedì 5 marzo 2012

Relazione dell'incontro dell' 1 marzo 2012

Mercato e persuasione: il marketing non convenzionale


Marketing vuol dire: conoscere il mercato, farsi conoscere dal mercato, vendere e comunicare. Il marketing è adattamento all’ambiente, alla domanda e anche alla concorrenza.Il marketing cambia, così come cambiano le regole dei mercati e ha subìto molte modifiche sostanziali tra cui il passaggio dalla filosofia di voler sconfiggere il concorrente a quella di voler conquistare il cliente. Ecco allora che il cliente, e non più il competitor, diventa il riferimento di tutte le politiche aziendali. Oggi più che mai conta la capacità di conquistare e fidelizzare i clienti. Perché, statistiche alla mano, mantenere i contatti con un cliente fedele costa di meno e allo stesso tempo rende di più sul lungo periodo.Vendere oggi richiede nuove competenze rispetto a qualche decennio fa, tutta colpa/merito dell’introduzione trasversale delle tecnologie e della diffusione dei nuovi media. Ed è proprio il marketing non-convenzionale che sfrutta soprattutto nuovi media e social network ma allo stesso tempo conta anche sul crescente utilizzo di soluzioni hardware e software user-friendly relativamente economiche.Il termine marketing non-convenzionale appare per la prima volta nel 2004, per definire il nuovo tipo di approccio al marketing. Non-convenzionale solitamente è un aggettivo che accompagna la parola guerra, e indica quindi una serie di tattiche che sfruttano l’effetto sorpresa, realizzate con mezzi non regolamentari. Tra gli strumenti del marketing non-convenzionale vi è il marketing virale che identifica prodotti o campagne che abbiano in sé la propensione a diffondersi spontaneamente fra le persone come virus. Un chiaro esempio è il video della canzone "Ai Se Eu Te Pego ".Ciò che ha consentito al brano di raggiungere lo status di tormentone sono stati i video virali che vedono protagonisti calciatori di origine brasiliana e di fama internazionale intenti a danzare la celebre coreografia.
Parliamo ora del Guerrilla Marketing. Esso consiste in un complesso di tecniche di comunicazione non-convenzionali che mira a ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti. Punto chiave di un’attività di guerrilla è l’effetto sorpresa. Abbiamo fatto molti esempi e potete ritrovare alcuni di essi in queste foto. 
Abbiamo parlato dell'importanza della PNL, programmazione neuro linguistica che ci permette di distinguere le persone in cinestetiche, auditive e visive a seconda della prevalenza di una caratteristica in ognuna di esse. La PNL ci permette di creare un ponte comunicativo, il cosidetto rapport con la persona che abbiamo davanti a noi al fine di persuaderla. Importante è anche l'uso di ancore
è importante ricordare che un potenziale cliente non sa se comprare fino a quando non ha vissuto un’esperienza cinestetica del momento successivo all’acquisto, non comprerà fino a che non si sarà immaginato come ci si sente dopo aver effettuato l’acquisto.
Inoltre è importante lavorare sull'incoscio di una persona.
Ricordiamoci comunque che ogni persona che pratica marketing non convenzionale (ambient marketing, buzz marketing,astroturfing, blue jacking, lo stickering ecc...) cercherà sempre di mostrare comprensione verso il cliente, di mostrarsi disponibile e di creare sensazioni positive al fine di fare ripetere l'acquisto. Viene scartata quindi la tecnica di puntare solo all'eliminazione del dolore. Il cliente deve poter avere entusiasmo quando compie un acquisto.
Questo tipo di marketing è più di impatto rispetto a quello tradizionale, ma richiede anche molta pazienza e creatività. 
Ricordiamoci sempre che c'è differenza fra marketing e vendita. La vendita è solo una fase del marketing ed esso punta a creare relazioni durature con il cliente. 
Viene da chiedersi come mai spesso si usino immagini di persone in atteggiamenti intimi, ma la risposta che si può dare è che si cerca sempre per attrarre un cliente di rispecchiarlo e forse questa è un'immagine della realtà. 
Altra domanda: spesso le pubblicità ad esempio di Gesam usano frasi prese dalla Bibbia. Come mai?Magari è un utilizzo improprio, ma nel mondo in cui ci troviamo non c'è da stupirsi. Gesam magari vuole dare l'immagine della divinità, qualcosa da adorare forse per i benefici che si danno.
Infine, un punto da non sottovalutare, è la continua evoluzione del marketing soprattutto in un'era in cui le tecnologie sono sempre più sofisticate e in cui i social network si stanno espandendo sempre di più.
Serena Capodicasa
 

programma incontri secondo semestre


Programma incontri secondo semestre
“Corpo e potere: itinerari di biopolitica”

FEBBRAIO:
2 febbraio e 9 febbraio: Visione e discussione del film “Orwell 1984”di Michael Radford
23 febbraio: Incontro tenuto da D.Renato”Nuova definizione del matrimonio?”
 MARZO:
1 marzo: Serena Capodicasa “Mercato e persuasione”.
9-11 marzo: Esercizi spirituali a Camaldoli
15 marzo: Chiara Tomei”Potere e Controllo sociale, da Durkheim a Bourdieu”
22 marzo: “Introduzione generale alla biopolitica” Dott. Gianfranco Venturini
29 marzo: Incontro di preparazione alla pasqua
 APRILE:
12 aprile: Incontro tenuto da Mons. Tardelli
19 aprile: “Psichiatria e potere: come la "pazzia" è stata vissuta dalla società” Dott.Pietro Lastrucci
25-28 aprile: Congresso nazionale a Urbino
 MAGGIO:
3 maggio: Niccolò Bonetti “Follia e potere : chi è l’anormale?”
10 maggio: Niccolò Bonetti”Sessualità e potere: i desideri pericolosi.”
17 maggio: Incontro in preparazione all'assemblea elettiva dell'Azione Cattolica
24 maggio: Incontro  tenuto da D.Renato Monacci
31 maggio: “Sessualità e potere: relazione , storia e cultura”Dott.ssa Ornella Fulvio
 GIUGNO:
7 Giugno: Giorgio Mandoli ”Eugenetica:C’è spazio per l’imperfezione oggi?”
14 Giugno: Fabio Pellegrini”Quale supplizio: il linguaggio della pena:”

venerdì 24 febbraio 2012

Elezione nuova presidente femminile

Ieri sera Chiara Tomei è stata eletta presidente femminile della Fuci di Lucca per il biennio 2012-2014.Mi dispiace un pò lasciare questo incarico...Riporto qua sotto il discorso che ho fatto ieri sera...Magari è pieno di ripetizioni, ma l'ho scritto di getto in modo da non lasciare niente dentro e donarvi ogni mio pensiero...Grazie a tutti per la fiducia che mi avete dato in questi due anni. Grazie anche a Lorenzo che ieri non ho citato, ma che per me è una specie di fratello: l'ho conosciuto quando ero piccola ed è grazie a lui che sono entrata a far parte della Fuci. 

Ed eccoci qua…siamo giunti al termine del mio incarico…che dire…Ho iniziato il mio incarico senza neanche sapere bene cosa fosse la Fuci…mi ci sono ritrovata così per caso…non sapevo la responsabilità che comportava, non sapevo se ne ero in grado, non sapevo l’impegno che mi stavo prendendo…Mi sono ritrovata a cercare di coinvolgere altre persone nella mia esperienza…e poi è arrivata la prima ragazza: Caterina…ero così felice di non essere più l’unica donna…il primo incontro regionale…lo ricordo ancora…era un mondo tutto nuovo…e poi il primo incontro nazionale…tante nuove conoscenze, tante belle persone… la mia impacciataggine e la mia timidezza nel dire due parole in pubblico…anche se non avevo problemi a fare amicizia…e poi Camaldoli…una bellissima esperienza che mi ha fatto piangere…mi ha preso dentro…mi ha messo davanti i miei limiti e le mie paure…non dimenticherò mai la figuraccia che ho fatto a Miss Camaldoli, ma era come se il Signore volesse mettermi davanti i miei limiti e aiutarmi a migliorare…le mie paure mi hanno sempre bloccato, ma dopo questi due anni di fuci posso dire almeno in parte di essere una persona migliore…forse migliore non è la parola giusta e sarebbe meglio dire “posso dire di essere una persona diversa”…ho imparato cosa significa fare un discorso in pubblico, ho fatto la mia prima conferenza stampa, ho imparato cosa significa metterci il cuore….non so se vi è arrivato tutto quello che avrei voluto dimostrarvi…l’importanza che per me ricopre la Fuci…non lo so, ma ho sempre cercato di dare il massimo… Prima collaborando con Stefano e lo ringrazio per avermi aiutata in questo percorso e anche spronata magari a migliorare dei lati del mio carattere…e ora con Giorgio, il quale sento un po’ come me i primi tempi…con tutta quella passione e quella voglia di fare che un fucino penso debba avere… Sempre pronto a chiedermi un parere per collaborare insieme, sempre pronto a una parola per confortarmi nei momenti di sconforto…ed è qui che esce il lato dell’amicizia…la fuci mi ha regalato anche questo: tante nuove amicizie…Ed è per questo che sono felice di lasciare il mio posto a Chiara...una persona piena di fede e di vitalità, ma che è prima di tutto una mia amica…penso che sarà perfettamente in grado di ricoprire questo ruolo.Vorrei scusarmi con tutti voi per le mie assenze negli ultimi mesi a causa dell’università o di problemi di salute…sarà sembrato a qualcuno menefreghismo, ma quando vi dico che ritengo la fuci una parte importante della mia vita spero mi crediate perché è così..proprio per questo sono felice che al posto mio ci sarà una persona in gamba…e non lascio il posto a chiara per sbarazzarmi di un impiccio, continuerei se potessi...la fuci mi ha sempre dato qualcosa di bello, mi ha sempre aiutato a capire qualcosa in più di ciò che sono..e non vi nascondo che mi dispiace un po’ lasciare questo incarico…perché ha segnato la mia vita e posso dire che alla fuci devo molto…continuerò a far parte della fuci come fucina semplice e sia Giorgio che Chiara sanno benissimo che su di me possono sempre contare…ancora grazie a Giorgio per la sua amicizia e per aver capito il significato di essere presidenti insieme…e grazie a Chiara che si prende questo impegno…e non sarà mai sola perché il Signore le è sempre accanto…ed è accanto a ognuno di noi…ho fatto un discorso anche troppo lungo…ora la smetto e vi dico solo una cosa: cercate sempre di sentirvi parte della fuci, sempre…perché otterrete molto in cambio…ed essere fucini semplici non vuol dire non valere nulla o non avere voce in capitolo…La fuci è di tutti noi...
Serena Capodicasa

giovedì 9 febbraio 2012

comunicato stampa: conclusione incontro nazionale assistenti Fuci

COMUNICATO STAMPA
Conclusione del V Incontro Nazionale Assistenti FUCI

Si è concluso oggi, mercoledì 8 febbraio, il V Incontro Nazionale degli Assistenti FUCI, tenutosi presso il Centro Nazionale di Azione Cattolica, presso la Domus Mariae, che ha visto riuniti a Roma i presbiteri che accompagnano i gruppi presenti su tutto il territorio italiano, da Trento a Ragusa.
Ieri la riflessione dei partecipanti si è concentrata sul tema Vangelo e vita universitariaE’ intervenuto il Prof. Pierpaolo Triani, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha provato a delineare le caratteristiche di una vita di fede all’interno dell’Università. «La vita universitaria – ha affermato il Prof. Triani - è ambiente di formazione. L’orizzonte della vita secondo il Vangelo ci spinge verso un impegno attento a valorizzare tutte le dimensioni della persona e a tenere presente la centralità della coscienza umana».
A seguire, Padre Michele Pischedda, Assistente Ecclesiastico Nazionale della FUCI, ha proseguito la riflessione, concentrandosi sul tema della testimonianza di fede in Università. «La testimonianza è la forma più alta del linguaggio umano – ha asserito Padre Pischedda – che ci mette inevitabilmente davanti ad una domanda di senso circa noi stessi, ma che, al contempo, ci spinge ad uscire fuori da noi stessi per metterci in relazione con l’altro».
Oggi i lavori sono proseguiti con un dibattito che ha preso le mosse dalla Relazione della Presidenza Nazionale della FUCI, dal titolo La vita della Federazione e il ruolo dell’Assistente. « Crediamo – si legge nella Relazione della Presidenza - che i nostri ragazzi sentano un grande bisogno della presenza degli assistenti, una presenza discreta e robusta al tempo stesso. “Discreta”, perché è importante che siano i ragazzi stessi i veri protagonisti dei percorsi della Fuci e della loro formazione. “Robusta”: perché si richiede una persona che abbia “le spalle larghe” per dare equilibrio e continuità al lavoro del gruppo, che sappia sostenere i ragazzi nelle loro incertezze e nella loro incostanza».
A chiusura dei lavori si è svolta la celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Domenico Sigalini, Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.
«Ci rendiamo conto ogni giorno di più – affermano Francesca Simeoni e Alberto Ratti, i Presidenti Nazionali - che la presenza degli Assistenti per i gruppi della Fuci è fondamentale e imprescindibile. È  davvero una presenza vitale, che dà vita ai gruppi. Abbiamo pensato fosse importante interrogarsi con loro su come oggi la Fuci debba mettersi in gioco e riscoprire modalità e linguaggi per accompagnare i giovani universitari».
Roma, 8 febbraio 2012
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861

mercoledì 11 gennaio 2012

adesioni 2012: l'importanza di aderire


Aderire, dal latino ad-haereo, significa stare attaccato, unito: con

l'adesione riscopriamo infatti la bellezza di essere tutti quanti inseriti,
oltre le distanze geografiche, in un progetto che aspira ad essere
condiviso e compartecipato, com’è quello della nostra Federazione.

La quota di adesione è quindi la modalità concreta per sostenere tale
progetto, è una scelta personale e comunitaria di responsabilità, impegno
e dedizione verso un’avventura antica e sempre nuova; è una decisione che
ci chiede di non risparmiare le nostre energie ma di metterle a frutto, con
passione e creatività.

L’adesione alla nostra Federazione rappresenta, per i gruppi e i singoli
aderenti, la conferma della volontà di lavorare insieme, spendendo le
nostre migliori energie di giovani studenti per un disegno comune che da
nord a sud contribuisce alla formazione degli universitari cattolici in
gran parte degli atenei d’Italia.
Alla nostra tessera vogliamo attribuire il significato della
corresponsabilità e dell’appartenenza ad un percorso annuale di crescita
e formazione, in una cornice di amicizie fraterne e di fede condivisa.
L’adesione del fucino al gruppo e del gruppo alla Federazione esprime la
solidarietà di intenti ed economica che speriamo di rendere sempre più
forte ed incisiva. Le quote sono infatti destinate a finanziare le attività
ordinarie della Federazione a livello nazionale e alla stampa e alla
distribuzione della rivista “Ricerca”. Infine, ma non da ultimo, una
proposta concreta: la Presidenza Nazionale ci invita a pensare ed a realizzare un momento
dedicato alla *benedizione* delle tessere, anche all’interno di una
Celebrazione Eucaristica. La tessera così, da mero pezzo di carta, si
traduce in strumento di accoglienza sia degli amici che partecipano alle
nostre attività, ma restano sempre un po’ sulla soglia, sia della presenza
di Dio che è in “viaggio” insieme a noi. Perchè benedire? Il Signore *“
benedice”* nel senso che assicura il Suo aiuto e  la Sua grazia verso i
propositi e l’impegno di tutti e ciascuno.


 Ho voluto riportare sopra una parte della mail inviata dalla Presidenza Nazionale e ora vorrei aggiungere due parole.
Sono due anni che faccio parte della Fuci e sono stati due anni intensi, pieni di momenti condivisi, gioie, crescita personale perchè la Fuci è anche questo. Avere una tessera significa sentirsi parte della Federazione. Il mio percorso da presidente è quasi giunto al termine, ma consiglio a tutti l'esperienza che ho vissuto. Essere presidente non è solo responsabilità, ma è anche un'esperienza che non si può descrivere perchè ricca di particolarità e perchè riesce a darti sempre qualcosa di nuovo. Però vorrei che ognuno capisse che al di là della carica Ogni fucino è chiamato a sentirsi parte integrante della Federazione, non elemento passivo, ma elemento vitale perchè tutti insieme formiamo un tessuto e ognuno di noi è essenziale. Mettiamoci in gioco, cerchiamo di mostrare la bellezza della fede, di essere testimoni della parola del Signore, di non spaventarci davanti alle difficoltà perchè Lui è la Luce e ci tiene per mano.
Il messaggio del Papa per la 45esima Giornata Mondiale della pace è stato "Educare i giovani alla giustizia e alla pace". L’appello che il Papa rivolge ai giovani è chiaro: «Cari giovani, non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono costanza, umiltà e dedizione» 
Secondo me non c'è da dire altro tranne che dobbiamo avere fiducia, speranza e vedere la Fuci come un dono in un periodo in cui molta gente ha perso l'ottimismo. Cerchiamo di essere noi la speranza!

Serena Capodicasa