La F.U.C.I., Federazione Univesitaria Cattolica Italiana, nata nel 1896 dall’unione di circoli universitari cattolici esistenti in alcune città d’Italia, è una aggregazione ecclesiale di gruppi di studenti universitari che, negli anni dello studio e della formazione, vogliono percorrere insieme un cammino di fede e di crescita culturale, vivendo un’esperienza di Chiesa nel solco della tradizione centenaria della Federazione

venerdì 25 novembre 2011

incontro 24 novembre 2011


Il secolarismo nel periodo dell’Unità di Italia

Uno sguardo generale sul XIX secolo:
- Apogeo e sconfitta di Napoleonerestaurazione tra i domini europei, moti, rivoluzioni, guerre d’Indipendenza.
- Nasce il positivismo ma si diffonde il romanticismo
- I promessi sposi e le opere del Carducci
- il secolo più attivo per la massoneria; grandi soddisfazioni per la Chiesa (molti concordati con Nazioni, ristabilimento gerarchia cattolica in Inghilterra, straordinaria propagazione del Cristianesimo nel mondo (missioni)).
Le differenti classi sociali, un secolarismo a più velocità:
- Il popolo: nel 1861, l'Italia contava una media del 78% di analfabeti con punte massime del 91%.
- Borghesia e aristocrazia
Dal punto di vista “religioso”, 4 posizioni:
1)     Cristianesimo liberale giobertiano;
2) Profetismo Mazziniano di aspra critica al Papato. Anticipo di quello che sarà il Kulturkampf (anni ’60 e ‘70) nella mitteleuropa. In realtà si dava il fondamento ideologico all’anticlericalismo:
Concretizzatosi soprattutto nella lotta al potere temporale del Papa, che costituiva oggettivo impedimento all'unificazione del Paese.
L’A. nelle politiche di d’Azeglio e di cavour: leggi Siccardi ’50 (dal Guardasigilli Giuseppe), leggi neogiurisdizionaliste, L. Simeo sulla libertà di culto, La legge Rattazzi (che abolì gli ordini ritenuti privi di utilità sociale, ovvero che «non attendono alla predicazione, all'educazione, o all'assistenza degli infermi», e ne espropriò tutti i conventi (335 case), sfrattando 3733 uomini e 1756 donne.), le leggi eversive (“complessivamente, furono immessi sul mercato e ceduti a prezzi stracciati alla grande borghesia terriera oltre 3 milioni di ha (2,5 soltanto nel Sud) con modalità che sono state criticate dagli storici e dai giuristi”)
Abolizione del foro ecclesiastico, il diritto di asilo, ovvero l'impunità giuridica di coloro che trovavano rifugio nelle chiese, e la manomorta cioè l'inalienabilità dei possedimenti ecclesiastici. Soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose, Espropriazione di beni immobili, divieto di acquisire proprietà di immobili, istituzione del matrimonio civile.
La legislazione fu estesa ai territori che vennero via via annessi.
Motivi: le ideologie massoniche, i gravi disavanzi causati dalla terza guerra d'indipendenza,
Conseguenze: - il n° dei religiosi diminuì vertiginosamente, le terre epropriate non furono redistribuite alle classi meno abbienti ma alla solita borghesia agraria e latifondista, “...vennero recintate le nuove proprietà e soppressi gli usi civici, vale a dire tutti i secolari diritti d'uso, quali far pascolare le pecore, il raccogliere legna o erba...”; si contribuì alla questione meridionale e al brigantaggio; citazione della Pellicciari: “«Le conseguenze sociali delle leggi eversive furono anche queste: in nome della libertà 57.492 persone (i religiosi) furono privati di tutto quello che possedevano: del letto, dei mobili, del tetto, degli oggetti di culto, degli archivi, delle biblioteche, dei terreni, di tutto. Così successe anche per 24.166 opere pie che non più serviranno al sollievo diretto della povertà. Lo Stato solleva le sue finanze, ma i cittadini si abitueranno a vedere nello Stato un intruso da cui difendersi o dinanzi al quale rimanere indifferenti. Anche questa fu una causa del distacco degli italiani dallo Stato che usò violenza!»”;
- La confisca di gran parte dei beni di proprietà di enti ecclesiastici periferici determinò una riforma centralizzatrice della Chiesa. Secondo Gianpaolo Romanato "nel giro di pochi decenni quella che ancora nella seconda metà del Settecento era di fatto una federazione di Chiese nazionali si trasformò in una compatta organizzazione internazionale, disciplinarmente e teologicamente sottoposta al Papa e agli organismi curiali. Roma divenne contemporaneamente fonte del potere, centro di elaborazione del pensiero teologico-canonistico, luogo di formazione del personale dirigente".
- Il Governo non concedendo l’exequator che si era arrogato con le leggi giurisdizionali: nel 1864 ben 43 vescovi erano in esilio, 20 in carcere, 16 erano stati espulsi e altri 16 morti per le vessazioni subite. A metà degli anni sessanta di 227 sedi vescovili, 108 erano vacanti.
- Infine una tremenda dispersione di opere artistiche.
L’A. nelle accademie derivò in larga parte dall'adesione di molti docenti al positivismo e allo scientismo. Sarà proprio la Fuci a riportare il messaggio cristiano nell’Università
L’A. nel popolo, tardo; società operaie, società di mutuo soccorso. Manifesti anticlericali.
- La visione materialista portò a vedere Gesù Cristo come il "primo socialista",.... ma il suo insegnamento era stato corrotto dalla Chiesa ("dai preti") per tornaconto. Oggetto di contestazione era il comportamento dei membri della Chiesa nella storia, mai del messaggio cristiano. Tuttavia guardando solo i beni materiali ignorarono i beni spirituali.
Episodi: l'assalto al Congresso cattolico di Bologna del 9 ottobre 1876 e i tumulti in occasione della traslazione della salma di Pio IX il 13 luglio 1881.
Nel 1889, l'erezione del monumento a Giordano Bruno in Campo de' Fiori e le innumerevoli celebrazioni della sua figura e del libero pensiero...
Nei venerdì di Quaresima la Massoneria metteva in scena sotto i Palazzi apostolici banchetti, per dileggiare il digiuno cristiano.
3) Il Papato: usciva dal Congresso di Vienna (Leone XII e Gregorio XVI) in linea con le politiche reazionarie della restaurazione, contrario ad ogni forma liberale (àmemorandum).
Con l’avvento di Pio IX(46-78):
Dapprima apparve liberale: 2 amnistie condannati politici, Card. Gizzi nominato segretario di Stato, più libertà di stampa. Istituzione Consiglio di Stato. 2 ferrovie.
Progressivamente con l’ideale unitario sempre più forte, lo Stato Pontificio più ridotto, la stragi di Perugia à Sillabo ‘64 e “non expedit”.
Sillabo: condanna al liberalismo, l'ateismo, il comunismo, il socialismomatrimonio civilepanteismonaturalismo e razionalismo, l'idea relativista dell'uguaglianza di tutte le religioni (indifferentismo), società segrete, società clerico-liberali (cioè il "liberalismo cattolico") e le società bibliche, la negazione del peccato originale.
Società della Gioventù Cattolica nasce nel 1867.
Scomunicati i fautori Risorgimento e Unità d’Italia. Isolamento del Papato. Si chiudeva così ogni dialogo col mondo.
Leone XIII (’78-‘03): Si espande l’Opera dei Congressi (tutelare i diritti della Chiesa,attività caritative, fondazione di casse rurali, società di mutuo soccorso e cooperative) e i comitati cattolici, “Rerum novarum” ’91. Cristianesimo democratico (Murri, Sturzo... Toniolo).
Pio X con la Pascendi ’07 con la condanna al modernismo fece emergere una sfiducia verso la scienza, la democrazia e il tempo di allora.
4) Mitologia nazionale: ultimi 30 anni dell’800, a sfondo progressista e laicizzante. De sanctis, la destra storica, Carducci «vate della III° Italia», l’Altare della Patria,....“Cuore” di Edmondo De Amicis (codice di morale laica).
Belle epoque: vi si celebrava il progresso, il benessere, la borghesia (expo), il colonialismo.
Rivoluzione Industriale, industrializzazione Italia: classe operaia, condizioni disumane (15 h. di lavoro) nessun diritto; nella lotta tra popolo lavoratore e classi dirigenti la Chiesa era fuori; Precarietà, proletariato; innalzamento povertà e degrado.... “macelleria sociale” ;
Alcolismo (solo a Biella nel 1878 la commissione parlamentare d’inchiesta contò 890 tra bettole e società del vino = una per 52 avventori), i tempi della ricreazione dal lavoro, del dopo lavoro e anche della domenica erano dedicati al rituale collettivo dell’ubriachezza. Fu un fenomeno così rilevante che gli imprenditori erano preoccupati dal calo di produttività dei lavoratori e i governi elaborarono diversi “programmi di moralizzazione”.
 Fabio Pellegrini

 L’arte secolarizzata


La progressiva perdita di un “centro di gravità spirituale” ha inciso profondamente, oltre che nella riflessione filosofica e teologica, anche nella produzione artistica.
 Da sempre l’artista ha cercato di descrivere il mondo con la propria arte; adesso il mondo, ateisticamente frequentato, induce l’artista a cimentarsi con l’ignoto.
L’arte, quindi, non è più pensata come un banale esercizio di stile con cui si “ricopia” la realtà, ma lo strumento con cui l’artista, dopo un percorso di riflessione interiore, comunica i suoi pensieri, le sue idee, le sue emozioni, i suoi ricordi.

Arnold Schoenberg

Il sistema diatonico, rimasto sostanzialmente intatto fin dalla sua teorizzazione, cede il passo a nuove avanguardie musicali; in particolare Arnold Schöenberg riesce a elaborare un sistema musicale totalmente nuovo (la dodecafonia) basato sull'utilizzo dei dodici suoni della scala cromatica ordinati in una specifica successione chiamata serie.
Igor Stravinskij

Un altro autore che compie una completa rielaborazione degli elementi fino a quel momento ritenuti indiscutibili è il Russo Igor Stravinskij.
La sua genialità sta nel reinterpretare e rielaborare elementi folkloristici tradizionali della musica popolare russa ripensando totalmente forme già assodate come il balletto e l’ostinato.
Di particolare interesse è l’uso della poliritmia, tecnica molto poco usata dai musicisti occidentali in quel tempo, che Stravinskij utilizza per dare all’ascoltatore una sensazione di instabilità e di perdita del ritmo portante della canzone.

James Joyce

Spostandoci ad analizzare altre forme d’espressione artistica, un’esperienza molto significativa è quella di James Joyce. Nel suo ultimo lavoro “Finnegans Wake”, Joyce elabora uno stile totalmente nuovo di pensare la trama di un romanzo e un nuovo modo di raccontarla.
In questo testo la tecnica del flusso di coscienza, già usata in precedenza nell'Ulisse è portata alle sue estreme conseguenze; oltre a questo vengono abolite le normali norme della grammatica e dell'ortografia: sparisce la punteggiatura, le parole si fondono tra loro cercando di riprodurre la simbologia del linguaggio onirico, ma risultano così assai oscure.
Giorgio Mandoli

si è conclusa la Settimana dell'Università


COMUNICATO STAMPA
Si è conclusa la IV Settimana dell’Università della FUCI.
L’Università torni a riflettere su se stessa!
Si è conclusa la IV edizione della Settimana dell’Università della FUCI, svoltasi dal 14 al 20
novembre scorso, al motto di Gustosamente. Una rassegna che ha visto coinvolto tutto il territorio
nazionale, con oltre 30 gruppi da Nord a Sud impegnati nella realizzazione di eventi che
testimoniassero, oggi più che mai, l’attenzione che la Federazione rivolge al mondo universitario.
Cosi a Brescia si è tenuta una tavola rotonda sul tema Studiare e Crescere: quali opportunità?; a Catania si è
aperto un dialogo tra studenti e professori per disegnare un progetto comune di Università; a Macerata
ci si è confrontati sul tema Quale spazio per vivere l’Università, la Città, la Fede?; a Modena si è elaborata
una riflessione sul pensiero di San Tommaso di Aquino e i riflessi in quello del filosofo Antonio
Rosmini; a Ragusa gli studenti sono stati invitati ad un reading a più voci.
Queste sono solo alcune delle iniziative che hanno animato gli Atenei della penisola in questa
Settimana. Potrete trovare sul sito (www.fuci.net) l’elenco completo delle attività dei gruppi.
«Dedicare appositamente un appuntamento nazionale all’Università sta a sottolineare l’impegno che la
FUCI vuole costantemente rinnovare in essa - affermano i Presidenti Nazionali Francesca Simeoni e
Alberto Ratti – soprattutto in un periodo come questo in cui l’Università sta attraversando una
congiuntura non certo facile. Riteniamo di fondamentale importanza, anche per uscire da questo
impasse, che l’Università torni ad elaborare un pensiero ed una riflessione su se stessa. Solo così
sarà in grado di indicare alla società i suoi bisogni e dettare la propria agenda, senza lasciare che
questo avvenga da parte di soggetti esterni al mondo universitario».
Roma, 23 novembre 2011
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net

sabato 19 novembre 2011

incontro regionale 29 novembre

Incontro regionale a Prato
"La GAUDIUM ET SPES: per una Chiesa che prende coscienza di essere popolo di Dio"
Mons. Gastone Simoni

Ore 15: ASSEMBLEA REGIONALE
Ore 17: relazione e dibattito
a seguire S.Messa e Cena Insieme

lunedì 14 novembre 2011

Si apre la Settimana dell'Università

COMUNICATO STAMPA
 
“Gustosamente”: si apre la IV Settimana dell’Università della FUCI
 
Si apre oggi, lunedì 14 novembre, la IV edizione della Settimana
dell’Università, appuntamento annuale della Federazione Universitaria
Cattolica Italiana, che si caratterizza per una pluralità di eventi su
tutto il territorio italiano, all’interno di una comune cornice di
riferimento nazionale.
 
Gustosamente è infatti il tema che ispirerà gli appuntamenti di questa
settimana (convegni, tavole rotonde, cineforum, concerti, mostre, lectio
divinae…), organizzati da oltre 30 gruppi da Nord a Sud della penisola.
 
«Come Federazione di universitari cattolici crediamo che valga ancora la
pena scommettere sull’Università – affermano i Presidenti Nazionali
Francesca Simeoni e Alberto Ratti – in quanto luogo privilegiato in cui
diventare adulti, educandosi alla fatica del pensiero critico,
all’incontro con l’altro e con il diverso, alla passione per la ricerca».
 
In occasione della rassegna nazionale la FUCI ha ricevuto un augurio dal
Prof. Romano Prodi, già Presidente del Consiglio, che inviamo in allegato.
 
«Dovete imparare a stare in piedi, a resistere alle pressioni di
conformità della cultura di massa, a pensare con la vostra testa e ad
agire responsabilmente. Cioè, alla lettera, a rispondere in prima persona
delle vostre scelte e dei vostri comportamenti. Con scienza e coscienza,
affinando competenza professionale ed etica della responsabilità».
Con queste parole meditate e forti il Prof. Prodi ha voluto porgere a
tutti i gruppi e all’intera Federazione l’augurio per una Settimana
dell’Università ricca e proficua.
 
Sul sito nazionale (www.fuci.net) tutte le notizie riguardanti la Settimana.
 
 
Roma, 14 novembre 2011

 
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net

sabato 12 novembre 2011

la settimana dell'università a Lucca...


COMUNICATO STAMPA

Giovedì 17 novembre 2011 alle ore 21:00 si terrà un incontro pubblico presso la sala conferenze della “Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca” (nel complesso di S.Micheletto in via Elisa), dal titolo “Giuseppe Toniolo: un esempio di santità laicale”, organizzato dal gruppo FUCI di Lucca.
In quanto universitari cattolici sentiamo molto vicina la figura del Toniolo, autorevole economista e
sociologo, nonché pioniere dell’inserimento dei cattolici nella vita politica, sociale e culturale italiana;
abbiamo quindi voluto dedicare uno tra i nostri incontri semestrali all’ approfondimento e alla
conoscenza di un tale esempio di dedizione al bene comune e di vera e propria Santità laicale.
A raccontare la vita e le opere di questo illustre personaggio sarà Alberto Ratti, studente di economia
presso l‘Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente nazionale della FUCI, appassionato e
attento conoscitore dell’argomento.
Questo incontro non ha la pretesa di essere esaustivo nel racconto di un’esperienza di vita così ricca e
complessa; vuole tuttavia riportare alla luce la figura di un uomo che ha portato avanti fermamente la
sua causa, che è riuscito a costruire il nuovo e a cui l’Italia e gli Italiani devono molto.
Il gruppo FUCI di Lucca

SETTIMANA DELL'UNIVERSITA' 2011


COMUNICATO STAMPA

“Gustosamente”: dal 14 al 20 novembre
IV Settimana dell'Università della FUCI
 
«Non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima ma il sentire e gustare le cose interiormente».
 (Sant’Ignazio da Loyola)
 
Dopo l'ampio interesse riscosso negli anni scorsi, sia a livello locale che nazionale, la F.U.C.I. propone la quarta edizione della Settimana dell'Università, un evento che vede impegnata la Federazione in tutta la penisola e che ha la sua specificità nella preziosità del rapporto tra i contesti locali e la cornice nazionale, nel comune impegno per l’Università. “Gustosamente” è il tema che farà da cornice agli eventi organizzati da oltre 30 i gruppi F.U.C.I. nelle rispettive sedi universitarie: Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Caltagirone, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Firenze, Forlì, Lodi, Lucca, Macerata, Milano, Modena, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Ragusa, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Trento, Udine, Urbino.
 
«La scelta del tema – affermano i Presidenti Nazionali Francesca Simeoni e Alberto Ratti – è stata dettata dal desiderio di sottolineare l’importanza di vivere gli anni universitari con “gusto”, per realizzare in pienezza quello che è il tempo della nostra formazione e dare sapore alle conoscenze che acquisiamo, non limitandoci a considerarle semplici voci di competenza di un curriculum professionale».

L’evento di apertura della rassegna si terrà a Padova, mercoledì 16 novembre, dove si svolgerà un conferenza dal titolo “Meglio furbi che colti”. Studiare conviene?. «Riteniamo di vitale importanza – affermano dalla Presidenza Nazionale – interrogarsi in questa occasione, con l’aiuto di illustri docenti dell’Università degli Studi di Padova, sull’importanza dell’Università, e più in generale della cultura, per il presente ed il futuro del nostro Paese, nella convinzione che è da lì che bisogna ripartire per formare quelle menti pensanti e coscienze consapevoli di cui si avverte un disperato bisogno».
 
A breve, sul sito internet (www.fuci.net) potrete trovare l'elenco completo degli eventi.
 
Roma, 9 novembre 2011
 
UFFICIO STAMPA FUCI
via della Conciliazione, 1
00193 – Roma
Tel. 331.17.77.861
presidenza@fuci.net
www.fuci.net 

sabato 5 novembre 2011

Incontro del 3 novembre

In questo link trovate il riassunto del libro "Uditori della Parola" di Rahner di cui ha trattato Niccolò Bonetti nel suo incontro:
http://www.scribd.com/doc/57737664/Riassunto-Del-Libro-Uditore-Della-Parola-K-Rahner

venerdì 21 ottobre 2011

Incontro del 20 ottobre 2011



“ Vivere la fede oggi”

Si è da poco conclusa una ricerca condotta dall’Istituto Iard di Milano su un campione di un migliaio di giovani italiani tra i 18 e i 29 anni e…attenzione! Tutti i dati, raffrontati con un’indagine analoga svolta nel 2004, mostrano un trend in negativo: meno giovani si definiscono cattolici (poco più del 50%).
Mi si son ristretti i cristiani!I giovani cattolici praticanti passano dal 18,1% al 15,4% mentre aumentano nettamente i “credenti che non si identificano in una chiesa” (che passano dal 12,3% del 2004 al 22,8% di oggi). In aumento anche i giovani non credenti, dal 18,7% del 2004 al 21,8% di oggi.Un altro segnale inequivocabile della tendenza è dato dalla diminuzione di quasi 10 punti percentuali di chi definisce alta o molto alta la propria fede (dal 41,1% del 2004 al 31,8%), mentre allo stesso tempo aumenta, e in misura ancora superiore, la percentuale di chi definisce bassa o nulla la propria fede (con un incremento di dodici punti, dal 24 al 36%).
La prima generazione incredula: il difficile rapporto fra i giovani e la fede
Non è più il tempo del “Contro Dio”, ma è il tempo del “senza Dio”. Ci si domanda: perché bisogna credere?cosa ci dà la fede in più nella nostra vita? A cosa ci serve pregare? Il cristianesimo non appare più un buon “affare”.è il tempo del “senza antenne per Dio”: nessuno ha testimoniato ai giovani la bellezza e la forza della fede. È più facile siano i nonni a parlare per la prima volta a un bambino di Gesù piuttosto che i genitori. I giovani non sanno perché dovrebbero credere, non sanno perché dovrebbero pregare. Sono “increduli, semplicemente increduli”. Secondo Don Armando Matteo una delle cause principali di questo è il fatto che gli adulti abbiamo disimparato a credere e a pregare, hanno imparato a vivere senza Dio e così non hanno potuto insegnare ai loro figli la bellezza di essere cristiani. La fede è diventata come una lingua straniera. Non c’è nessuno disposto a pregare, a credere e se uno entra in Chiesa per la prima volta non c’è nessuno che glielo insegni. Chi non ha la fede come fa? La chiesa è diventata una fornitrice di servizi: si lasciano i bambini al catechismo,  li si fa fare la cresima e la comunione e poi? Finisce tutto lì. E dopo cosa resta? Siamo sicuri che quei bambini continueranno ad andare in Chiesa? Siamo sicuri che quei sacramenti siano stati vissuti nel giusto modo? E non dobbiamo dare la colpa ai preti di tutto…Essi sono sempre meno e sono pieni di impegni perché spesso hanno anche più parrocchie da gestire. Inoltre gli adulti non trasmettono la fiducia nella vita, sono troppo pessimisti.Molti giovani non hanno la percezione del legame fra Dio e felicità umana. Molti sono estranei alla religione, ma l’80% ha ricevuto i sacramenti e l’83% è alla ricerca di Dio, ma si dice estraneo alla Chiesa.La figura del “credente non praticante” è stata creata, ma in realtà non esiste perché credere è già un atto.E un altro aggettivo da attribuire ai giovani è “inquieti”, i giovani non credono nel modo in cui gli adulti vivono la vita. Per quanto riguarda gli svantaggi del mondo di oggi troviamo:
1.        Una mancata evangelizzazione in seno alla famiglia
2.        La comunità cristiana che presuppone un lavoro di iniziazione alla fede della scuola e della famiglia e non predispone una propria azione pastorale. Secondo lui la comunità dovrebbe aprire nuove strade per avvicinarsi ai giovani, strade un po’ più interessanti e vicine a loro stessi che vivono nell’era delle tecnologie.
3.        L’immagine della  Chiesa come potenza di tipo politico
.       Sentimento anticattolico, antireligioso: si fa a gara a chi critica di più la Chiesa, a chi la critica di più. 
Serena Capodicasa
s

Una Freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi

di 

Michael P. Gallagher
Il libro si apre con la descrizione di un dipinto di William Turner: una nave in tempesta, sovrastata dalle onde ma con, poco distante, una fonte di luce e la terraferma. E’ proprio da questa metafora che l’autore parte ad impostare la propria visione del fenomeno della secolarizzazione o meglio della crisi di fede che sembra attraversare l’occidente contemporaneo. La sua sarà un’analisi onesta della situazione, ma, al tempo stesso, la ricerca di “punti di luce” che indichino il modo di superare la tempesta in cui sembriamo essere immersi. In particolare ciò che viene continuamente sottolineato scorrendo le pagine è quello che appare chiaro sin dal titolo: la permanente novità di Cristo che ha però bisogno di un linguaggio altrettanto nuovo per essere compresa dagli uomini di oggi. L’autore si chiede quale tipo di secolarizzazione sia in atto: l’approccio quantitativo che si serve di statistiche ed in genere di valori matematici non basta più per capirlo; occorre osservare lo spostamento di sensibilità che interessa le persone nella loro immaginazione spirituale. T.S.Eliot afferma a questo proposito: ”La crisi religiosa della modernità non consiste nell’incapacità di credere in alcune cose riguardo a Dio che invece erano credute dai nostri antenati, ma piuttosto nell’incapacità di provare le loro stesse emozioni verso Dio e verso l’uomo”. I tre atteggiamenti che devono caratterizzare il credente oggi sono quello della disposizione(ad accogliere Dio, a fargli spazio dentro se stessi, ad aprirsi a lui), la decisione per una fede salda e fondata e la differenza rispetto alla cultura dominante. In cosa consiste quindi l’educazione religiosa oggi? Nel risvegliare la disposizione e il desiderio e nella costruzione di una decisione libera: qualità queste necessarie per accogliere la rivelazione. Ma trasmettere la fede ha bisogno anche di narrazioni e prassi che la nutrano ed alimentino uno spirito critico verso il mondo circostante. Acquisiscono quindi basilare importanza il racconto, e quindi la forma narrativa, la dimensione comunitaria(per evitare che la fede si riduca ad un fatto interiore) e l’autorità dell’esperienza. La fede cristiana infatti è un modo di essere più che una parola. Una trasformazione spirituale però non basta: essa deve estendersi agli altri campi della vita considerando sempre la rivelazione di Dio nel mondo, a partire dalla figura di Gesù in cui la fede deve radicarsi e di cui ne costituisce il cuore.
Chiara Tomei

venerdì 14 ottobre 2011

incontri del 6 e 13 ottobre

Luci d'inverno

Film che fa molto riflettere in tempi come questi. Il pastore Thomas si interroga su argomenti su cui molte persone oggi si pongono domande. Dopo la perdita della moglie è come se si sentisse morto dentro e incapace di trasmettere agli altri la fede come faceva un tempo. Ma la fede si ha solo nei momenti belli? Quando tutto va bene? Il pastore si sente abbandonato dal Signore, è messa in dubbio da capacità di Dio di dimostrare la sua presenza, Thomas sente solo un vuoto dentro...Il silenzio di Dio raggiunge il suo apice con la frase : "Dio Mio, perchè mi hai abbandonato?" in realtà il Signore c'è, ma è lui che non è più in grado di comunicarci. Infatti il titolo originale dell'opera è "Comunicandi", persone che non riescono a comunicare. Il regista Bergman sembra quasi volerci far capire che secondo lui se non c'è amore, se non c'è comunicazione con gli altri non si può avere neanche con Dio. Un simbolo si può trovare nelle panche vuote; sono proprio queste che tendono a testimoniare l'assenza di Dio o comunque il Silenzio di Dio nella vita delle persone.
Il finale è aperto perchè da un lato sembra che Thomas abbia ritrovato il rapporto con Dio per l'ultima frase pronunciata, dall'altro è come se continuasse a svolgere il suo servizio in chiesa solo per dovere.
Film vecchio perchè in bianco e nero, ma molto utile per fornire uno sguardo su riflessioni che sono molto diffuse anche oggi. Con i primi piani il registra riesce a farci percepire le sensazioni dei protagonisti.


Relazione rielaborata da Serena Capodicasa

martedì 11 ottobre 2011

Incontro regionale del 15 ottobre

Incontro regionale-Seminario di Fiesole
"La DEI VERBUM, Una Chiesa sorpresa da un Dio che vuol parlare agli uomini come ad amici"
Don Fabio Celli

Programma:
  • ore 15 assemblea regionale
I punti all'ordine del giorno saranno:
1) Presentazione degli obiettivi dei gruppi per l'anno 2011-2012
2) Comunicazioni degli incaricati regionali di ritorno dal Consiglio Centrale
3) Varie ed eventuali
  • ore 17: momento tematico tenuto da Don Celli e dibattito
a seguire S.messa e cena insieme

sabato 24 settembre 2011

Calendario incontri prossimo semestre

La sfida della secolarizzazione
"Quando il figlio dell'uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?"(Lc 18,8)

6 e 13 ottobre: visione e commento del film "Luci d'inverno" di Bergman
20 ottobre: "Vivere la fede oggi" (Chiara Tomei e Serena Capodicasa)
27 ottobre: la teologia del laicato (Don Renato Monacci)
3 e 10 novembre: Analisi storica, filosofica e teologica della secolarizzazione (Giorgio Mandoli e Niccolò Bonetti)
24 novembre: Analisi storica della secolarizzazione e Unità d'Italia (Fabio Pellegrini)
1 dicembre: incontro tenuto dall' Arcivescovo Italo Castellani
7 dicembre: Analisi della secolarizzazione dal punto di vista giuridico (Stefano Nannini)
15 dicembre: "La logica del mondo, le logiche del mondo-percorsi biblici e filosofici" Stefano Perfetti
22 dicembre: incontro di preparazione al Natale

lunedì 12 settembre 2011

CONVEGNO DELLE ASSOCIAZIONI LAICALI

Venerdì 16 settembre dalle ore 18.30 alle 22.30 CONVEGNO DELLE ASSOCIAZIONI LAICALI al Seminario dal titolo "Siamo credibili agli occhi di Dio" Rieduchiamoci al senso dell'ascolto". Interverrà la segretaria nazionale prof.ssa Paola Dal Toso.
Programma:
18.30 arrivo e accoglienza
18.45 preghiera
19 Relazione sul tema: professoressa Paola Dal Toso
20.30 approfondimento in gruppi di riflessione
22 assemblea conclusiva

venerdì 22 luglio 2011

settimana teologica camaldoli 2011

COMUNICATO STAMPA

SETTIMANA TEOLOGICA DI CAMALDOLI

Avrà inizio domenica 31 luglio p.v. la Settimana Teologica di Camaldoli, storico appuntamento della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.Una tradizione che si rinnova dal lontano 1933, anno in cui l’allora Assistente Ecclesiastico Nazionale, Giovanni Battista Montini, la inaugurò con un gruppo di fucini. Sono attesi circa 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia per partecipare all’appuntamento nazionale che si protrarrà fino a sabato 6 agosto p.v.

«Mettimi come sigillo sul tuo cuore» (Ct 8,6). La cura dei legami nell’epoca delle passioni tristi: questo il tema che impegnerà le riflessioni dei partecipanti alla Settimana. A guidarli, nel corso delle giornate camaldolesi, saranno don Gianantonio Borgonovo, biblista, e i coniugi Claudio e Laura Gentili, fondatori del Centro Betania, centro di consulenza familiare.

«Riteniamo fondamentale una riflessione seria ed accurata su una delle caratteristiche costitutive dell’essere umano: quella di intessere relazioni – affermano i Presidenti Nazionali, Francesca Simeoni e Alberto Ratti – e pensiamo che il riferimento al Cantico dei Cantici, quale testo biblico che mette al centro la relazione tra l’uomo e la donna e, di riflesso, tra l’uomo e Dio, costituisca un punto di riferimento prezioso e privilegiato.

Prima del tradizionale appuntamento, quest’anno, tra il 25 ed il 30 luglio p.v., si svolgerà un corso di Esercizi Spirituali per universitari, sul tema «Voi cercate Gesù Nazareno» (Mc 16,6). Cercare Gesù nel Vangelo di Marco. Le meditazioni saranno guidate dal Matteo Ferrari OSB, monaco camaldolese.

«Attendiamo fiduciosi e impazienti le Settimane di Camaldoli – afferma la Presidenza Nazionale – in quanto momento privilegiato dell’anno federativo: quest’appuntamento è piena espressione dello stile e dello spirito fucino, che scorge nel ritorno alle fonti della fede il presupposto e l’origine dell’impegno laicale, sempre in un atteggiamento di dialogo, ricerca e confronto».

È possibile reperire il programma delle Settimane e ulteriori informazioni sul sito www.fuci.net

Roma, 15 luglio 2011

UFFICIO STAMPA FUCI

via della Conciliazione, 1

00193 – Roma

Tel. 331.17.77.861

presidenza@fuci.net

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martedì 28 giugno 2011

nuovo assetto degli appuntamenti nazionali discusso e votato nel consiglio centrale


RIFLESSIONE SUGLI APPUNTAMENTI NAZIONALI

a cura della Commissione per gli appuntamenti nazionali

(istituita dal Consiglio Centrale di Marzo 2011)

MOTIVAZIONI

1) Partecipazione

Da qualche anno a questa parte si è evidenziato un calo costante del numero di iscritti agli appuntamenti nazionali, soprattutto al Convegno/Congresso e alle Settimane Teologiche; si è inoltre delineato un livellamento della partecipazione in termini numerici tra l’appuntamento primaverile e la Scuola di Formazione, a discapito dunque del primo, all’interno del quale si inserisce l’Assemblea Federale, il momento più alto della vita federativa e che richiederebbe dunque una più elevata partecipazione.

Presumibilmente la diversa collocazione temporale dei due eventi ha impedito a volte di conciliare l’appuntamento nazionale con le sessioni di esami; inoltre alcune sedi scelte come città ospitanti sono state ritenute poco raggiungibili dal punto di vista logistico; infine appare chiaro che non per tutti gli interessati è agevole sostenere il costo complessivo relativo alla partecipazione a tre appuntamenti, pur essendo le singole quote molto contenute. Accanto a queste motivazioni di ordine logistico ed economico, vanno tuttavia considerate cause di più profondo significato e forse più “gravi” che sono apparse chiaramente coinvolte nel determinare questo calo di iscrizioni: la diminuzione del senso di responsabilità e di condivisione degli ideali della FUCI, a volte poco chiaramente illustrati e poco intensamente testimoniati dagli aderenti; la progressiva perdita del senso di appartenenza alla federazione nei “fucini semplici”, per la difficoltà di trasmettere gli ideali ed i valori acquisiti durante il ricambio generazionale interno ai gruppi; la persistente problematica del coniugare la dimensione locale e regionale delle attività fucine con il livello nazionale ed unitario.

Non condividiamo le opinioni di chi, dentro e fuori della Chiesa, ritiene che solo grandi numeri di aderenti diano credibilità ad un movimento, perché crediamo nell’identità elitaria ma mai esclusiva della FUCI e nell’alto valore della formazione che in essa si riceve

2) Formazione dei responsabili

E’ fortemente sentita l’esigenza di dedicare appositi momenti alla formazione di coloro che decidono di assumere degli incarichi in FUCI ma, in prospettiva, anche di tutti i fucini. Essa rappresenta un requisito fondamentale per svolgere il servizio a cui ciascuno è chiamato all’interno dei nostri gruppi, con consapevolezza e responsabilità e costituisce un requisito indispensabile per ottimizzare e sfruttare al meglio le capacità e le forze a disposizione.

Questa esigenza andrebbe soddisfatta ai diversi livelli della Federazione. La base di partenza è indubbiamente il gruppo, all’interno del quale tramite la definizione di percorsi culturali, teologici e spirituali si garantisce una formazione di tutti gli aderenti. Un livello da non sottovalutare è poi quello regionale, che andrebbe oggi rinforzato sotto questo profilo: le assemblee regionali rappresentano infatti delle occasioni propizie di approfondimento e studio di temi e problematiche inerenti alla vita della Federazione intera e dei singoli gruppi. Infine risulta indispensabile l’inserimento di appositi momenti formativi anche all’interno della cornice degli appuntamenti nazionali, in modo da offrire strumenti fruibili da tutti i partecipanti.

3) Impegno economico

Una rimodulazione nella forma e nel numero degli appuntamenti nazionali si richiede anche a causa dell'ingente impegno economico a cui la Federazione è sottoposta. Da diversi anni le quote di partecipazione agli appuntamenti nazionali sono mantenute più basse del loro costo reale per permettere a quanti più fucini di parteciparvi; questo però comporta una continua creazione di debito. Nel 2010 gli appuntamenti nazionali hanno creato un disavanzo complessivo di 18.071,5 €, recuperato solo grazie a donazioni liberali. Dalla lettura del bilancio consuntivo dell’anno 2010 emerge chiaramente che gli sforzi economici dei fucini (quote di adesione e di partecipazione agli appuntamenti) riescono a coprire solo il 40% del fabbisogno economico annuo della Federazione. A ciò consegue che il restante 60% si soddisfa solo attraverso contributi straordinari, contributi che, in una situazione economica complessivamente in contrazione, diventano estremamente volatili. Continuare a spendere in debito, sperando in liberalità che successivamente chiudano i buchi, sottopongo la Federazione al grosso rischio di una crisi di solvibilità. Ovviamente scopo della Fuci non è fare utile, ma occorre ponderare attentamente il margine di dipendenza da finanziamenti liberali e saggiarne la sicurezza nel lungo periodo.

Una buona proposta di revisione potrebbe permettere non solo di risparmiare, ma anche di ridistribuire meglio i contributi su attività più diversificate. Infatti attualmente gli appuntamenti nazionali vanno ad impegnare quasi l'intero 50% della totalità dei proventi, sottraendo risorse ad altre esigenze della Federazione.

4) Impegno organizzativo

L’impegno richiesto per l’organizzazione di tre appuntamenti nazionali ogni anno è indubbiamente non indifferente. La Federazione, e con essa la Presidenza Nazionale, si trova a dover fronteggiare continue scadenze ed imminenze che non permettono di concentrarsi su progetti a più lungo termine, altrettanto importanti per la vita della FUCI. Il lavorare con termini così ristretti, tra un appuntamento e l’altro, rischia anche di causare una scarsa attenzione da parte della Presidenza alle dinamiche interne alla Federazione e alla vita dei gruppi. Va inoltre rilevato che un tale dispiego di forze non ha sempre come risultato una visibilità maggiore per la Federazione; il rischio che si corre è proprio quello di un elevato dispendio di energie e di tempo a cui non seguano risultati apprezzabili, sia in termini di partecipazione interna agli appuntamenti, sia in termini di visibilità nei confronti dell’esterno.

Alla luce delle suddette motivazioni il Consiglio Centrale ha votato la seguente proposta di modifica dell’attuale assetto degli appuntamenti nazionali:

SOSPENSIONE SCUOLA DI FORMAZIONE

Si propone di sospendere l’appuntamento autunnale. Il carattere della formazione andrebbe recuperata negli altri livelli federativi, ossia quello di gruppo e quello regionale, in coerenza con quanto discende dal nostro essere Federazione, ossia una struttura associativa che privilegia i vari livelli locali, prima ancora che quelli nazionali.

Riteniamo che vadano valorizzate le Assemblee Regionali, come luoghi di partecipazione, coinvolgimento e formazione di tutti i fucini e non solo di coloro che hanno incarichi di responsabilità. L’inserimento di appositi momenti tematici o di laboratori formativi potrebbe costituire una strada per rispondere ad un esigenza sentita in modo trasversale e per soddisfare la quale non risulta sufficiente un solo appuntamento nazionale.

ELIMINAZIONE DELLA DISTINZIONE TRA CONVEGNO E CONGRESSO

Questa proposta vuole pervenire ad una semplificazione terminologica ed organizzativa, così da evitare ambiguità e concentrare le forze verso obiettivi chiari. Tradizionalmente la Federazione organizza, ad anni alterni, un Congresso, che pretende un forte impegno di ricerca con la pubblicazione di tesi congressuali e un Convegno, che teoricamente non richiederebbe questo previo sforzo di elaborazione di tesi scritte. Questa distinzione risulta alla prova dei fatti fumosa e priva di sostanza. In entrambi i casi infatti, sia che si organizzi un Convegno che un Congresso, i singoli gruppi e la Presidenza sono chiamati a svolgere un preventivo lavoro di studio e ricerca che sfocia, di norma, nell’elaborazione di un documento finale, di chiusura dei lavori dell’appuntamento nazionale.

Creare un’unica denominazione permetterebbe di avere una maggiore elasticità nell'organizzare l'evento, così da non essere legati a moduli fissi e darebbe l’opportunità di creare un luogo unico e riconoscibile da cui la FUCI possa rivolgersi al Paese e alla Chiesa. In questo modo sia il lavoro di elaborazione intellettuale, sia la volontà di dare vita ad appuntamenti di alto livello potranno convogliare in un unico contenitore flessibile, in grado di armonizzare caso per caso le diverse istanze che verranno ad emergere. La denominazione che si propone è quella di “Congresso”.

ASSEMBLEA FEDERALE INTERNA AL CONGRESSO

Mantenere l’Assemblea Federale all’interno della cornice del Congresso Nazionale, che dovrebbe tenersi in primavera

SPOSTAMENTO DELLA SETTIMANA DELL’UNIVERSITÀ IN AUTUNNO

Lo slittamento della Settimana dell’Università ad Ottobre/Novembre permetterebbe una più equilibrata distribuzione degli appuntamenti nazionali durante l’anno, onde evitare di concentrarli solamente tra il periodo primaverile e quello estivo. Inoltre l’evento pubblico organizzato dai gruppi in occasione della Settimana potrebbe costituire un’ottima occasione di presentazione della proposta fucina, oltre che del gruppo stesso ai nuovi aderenti. Essa consentirebbe di valorizzare il livello locale, inserendolo al contempo in un più ampio contesto di respiro nazionale.